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Messi, il contratto in sospeso e la collezione di record

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Gennaio è il mese cruciale per scoprire il futuro di Leo: il 24 gennaio i soci del Barcellona voteranno il nuovo presidente. L’argentino chiede investimenti e una squadra super per rinnovare il contratto in scadenza a giugno

Nessuno potrà accusare Messi di aver gestito la delicata questione del rinnovo in modo equivoco: il contratto scade a giugno, ma lo considera ancora un argomento prematuro. Leo ha chiarito le sue ragioni e le sue priorità: non saranno i soldi a convincerlo a restare a Barcellona. Serviranno un progetto ambizioso e credibile, investimenti sontuosi sul mercato e una squadra forte, ricca di soluzioni e di alternative, in grado di dominare la Liga e in Champions. Ecco perché la data del 24 gennaio merita un cerchio rosso: quel giorno sono in programma le elezioni del nuovo presidente, i soci del club catalano voteranno l’erede di Josep Maria Bartomeu, che si è dimesso il 27 ottobre dopo le critiche spietate di Messi e dei tifosi blaugrana.

Esiste solo una condizione: ricostruire un Barcellona di altissimo profilo, invidiato da tutti, in Europa e nel mondo. Non c’è spazio per i compromessi. Joan Laporta, avvocato, si è preso la scena durante questa lunga campagna elettorale: ha promesso la conferma di Messi e un mercato faraonico. Ha 58 anni e ha già guidato il Barcellona dal 2003 al 2010: “Messi sa che mantengo le promesse e sul ritorno di Neymar, per ora, non dico niente”, ha commentato Laporta, qualche giorno fa, a Catalunya Radio. Ha scoperto le carte sulla ferma volontà di blindare l’argentino e ha fatto intuire il colpo che ha in mente: strappare Neymar al Paris Saint Germain e riportarlo al Camp Nou.

Laporta vuole che l’argentino continui a collezionare record in maglia blaugrana. Tutto ruota intorno a Leo, campione da enciclopedia. Nessuno, in 121 anni di Barcellona, ha segnato più gol del fenomeno di Rosario: 644. Superò il record di César Rodríguez il 12 marzo del 2012, grazie alla tripletta contro il Granada. César Rodríguez si era fermato a quota 232 gol giocando nel Barcellona tra il 1942 e il 1955. César conserva la seconda posizione, mentre al terzo posto c’è Luis Suárez (196), che ha soffiato il podio a Kubala (194) prima di essere mandato via, nella scorsa estate, dal presidente Bartomeu.   

Messi è primo anche nella classifica marcatori della Liga: 451 gol. Alle sue spalle Cristiano Ronaldo (311) e Telmo Zarra (251). Il suo anno spaziale è stato il 2012: segnò 91 gol, 79 con il Barça e 12 con l'Argentina, superando un primato che sembrava irraggiungibile, le 85 reti di Gerd Müller nel 1972 con il Bayern Monaco e la Germania Ovest.

È l'unico ad aver ricevuto sei volte il Pallone d'Oro: lo ha vinto nel 2009, 2010, 2011, 2012, 2015 e nel 2019. E sempre per sei volte è stato premiato con la Scarpa d'oro: 2009-10, 2011-12, 2012-13, 2016-17, 2017-18 e 2018-19. In Champions, con il gol al Ferencvaros, è riuscito a segnare a 36 club. Da record anche la cinquina realizzata contro il Bayer Leverkusen negli ottavi di finale della Champions League 2011-12.

Messi è il re anche nella classifica marcatori della nazionale argentina: 71 gol, quindici in più rispetto a Batistuta. Trentaquattro, invece, i trofei conquistati con il Barcellona: 10 campionati, 8 Supercoppe spagnole, 6 Coppe del Re, 4 Champions League, 3 Supercoppe europee e 3 Coppe del mondo per club. Ma qui il record mondiale appartiene a Ryan Giggs: 36 (tra titoli e coppe) con il Manchester United.

Unico in tutto: 10 campionati vinti, 94 doppiette, 36 triplette, 5 poker, 185 assist, il maggior numero di gol in un singolo campionato (50, nel 2011-12), 36 magie su punizione, 17 stagioni in prima squadra (come Xavi e Rexach), 26 reti al Real Madrid e 161 portieri a cui ha segnato.

Ecco perché il prossimo presidente del Barcellona avrà l'obbligo morale di provare a trattenere Messi. Il rischio è di passare alla storia come l’uomo che ha lasciato partire Leo. Gennaio sarà il mese della verità: il 24 le elezioni. E dal 25 la trattativa per un contratto che potrebbe trasformarsi in un complicatissimo labirinto. Il Psg di Neymar e Mbappé è una tentazione: più del Manchester City del suo amico Guardiola.

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