In Cina è finita l’epoca degli stipendi d’oro: il governo ha imposto ai club della Super League di introdurre il salary cap, il tetto salariale. Nessuno potrà guadagnare più di tre milioni lordi a stagione. Stop agli ingaggi faraonici. E chi cercherà di aggirare il nuovo protocollo, attraverso bonus legati ai diritti di immagine e ai contratti pubblicitari, rischierà una multa pesante o l’esclusione dal campionato. La grave crisi economica provocata dalla pandemia ha comportato un taglio drastico delle spese: il provvedimento entrerà in vigore a partire dalla prossima Super League, che dovrebbe cominciare alla fine di febbraio. Non è stata ancora stabilita una data proprio per consentire alle società di adeguarsi alle disposizioni arrivate da Pechino. I calciatori professionisti cinesi potranno percepire in una stagione al massimo 630mila euro lordi, mentre gli stranieri non potranno ricevere ingaggi superiori ai 3 milioni di euro lordi. Limiti invalicabili, come ha annunciato il presidente della Chinese Football Association (Cfa), Chen Xuyuan: “La Federcalcio punirà qualsiasi club o giocatore che violerà le regole”.
Il primo nome famoso a lasciare la Cina è stato il centravanti brasiliano Hulk, classe 1986, che ha deciso di non rinnovare il contratto in scadenza con lo Shanghai SIPG, dopo cinque stagioni e 77 gol. Ha ricevuto un’offerta dal Porto, Sergio Conceição vuole convincerlo a tornare a giocare allo stadio “do Dragão”. El Shaarawy, invece, tratta la risoluzione del contratto con i dirigenti dello Shanghai Shenhua e spinge per riabbracciare la Roma: già in estate era stato a un passo dalla società giallorossa. Si prepara a salutare la Cina anche Eder, che ha vinto il campionato con lo Jiangsu Suning della famiglia Zhang: è nei pensieri dell’Inter e della Fiorentina. Miranda, suo compagno di squadra e leader della difesa, sogna di rientrare in Brasile: il San Paolo, dopo aver riportato a casa Hernanes, ha chiesto all’ex interista di fare lo stesso percorso. Ma anche il Coritiba insegue Miranda, 36 anni, contattato dal nuovo presidente Renato Follador. Ha già traslocato, invece, Graziano Pellé, che ha chiuso la sua avventura nello Shandong Luneng: l’attaccante si è proposto alla Juve, ma nelle ultime ore è stato cercato dal West Ham, pronto a sostituire il francese Haller, ceduto all’Ajax nei giorni scorsi.
Ottantasette gli stranieri che hanno partecipato all'ultima Super League cinese. Trentuno sono brasiliani: il più quotato è Oscar, ex mezzala del Chelsea e dell'Internacional di Porto Alegre, 12 gol nella Seleção. Ha ventinove anni, vuole abbandonare lo Shanghai SIPG (dove guadagnava 24 milioni a campionato) e ha affidato al suo agente Bertolucci il compito di trovargli un nuovo club. In passato era stato corteggiato dall’Inter, dal Milan e dalla Lazio. Ora sta valutando un’offerta dell’Arsenal, a chiamarlo è stato il tecnico Arteta: a Londra - ai tempi del Chelsea - si era trovato bene. Potrebbe tornare presto in Premier. Oscar ha origini italiane ed è in possesso del doppio passaporto, può essere tesserato come comunitario.
Si è sistemato Alex Teixeira, 31 anni, ala sinistra: lanciato da Lucescu nello Shakhtar Donetsk, si è separato dallo Jiangsu Suning per firmare un accordo biennale da tredici milioni a stagione con l’Al-Hilal di Riad, in Arabia Saudita. Tante le opportunità: da Paulinho (classe 1988), mezzala del Guangzhou Evergrande, allenato da Fabio Cannavaro, al trequartista Renato Augusto (1988, BJ Sinobo Guoan), dal mediano belga Fellaini (1987, Shandong Luneng) al difensore centrale sudcoreano Min-Jae Kim (1996, seguito qualche mese fa dalla Lazio e in evidenza nel BJ Sinobo Guoan), dall’attaccante Ricardo Goulart (1991) al fantasista Anderson Talisca (1994), protagonisti nel Guangzhou Evergrande, dal centravanti austriaco Marko Arnautovic (1989, ex Inter, pronto a firmare nel 2019 con lo Shanghai SIPG) al centrocampista difensivo Fernando (1992, brasiliano, scoperto dalla Sampdoria quando era un giovane talento del Gremio e adesso al BJ Sinobo Guoan). La Cina non è più la terra dei sogni.