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La verità di Mbappé: "È un nuovo Psg, ecco perché sono rimasto"

Il 23enne attaccante in conferenza stampa: "Ringrazio il Real e i suoi tifosi, ma non volevo lasciare la Francia". Il presidente Al-Khelaifi: "È il migliore al mondo. La Liga? Hanno paura"

PARIGI (FRANCIA) - Due giorni dopo l'annuncio che ha fatto calare i titoli di coda sulla 'telenovela' di mercato più seguita al mondo, Kylian Mbappé ha parlato in conferenza stampa spiegando le motivazioni che lo hanno portato a rinnovare fino al 2025 il contratto che era in scadenza con il Paris Saint-Germain (al suo fianco il presidente Nasser Al-Khelaifi) rifiutando la corte del Real Madrid.

L'amore per la Francia

"Come sanno tutti l'anno scorso volevo partire - ha detto il 23enne attaccante francese -, convinto che fosse la miglior decisione in quel momento. Ogni stagione però è diversa e oggi c'è un contesto diverso, a livello sportivo e privato. Sono francese, in Francia voglio vivere e invecchiare e ha prevalso il lato sentimentale insieme a quello sportivo, perché penso che la mia storia qui non sia ancora finita, né a livello personale né di squadra. Ci sono ancora tanti bei capitoli da scrivere".

La corte del Real Madrid

Mbappé ha spiegato poi come ha vissuto questi lunghi mesi di incertezza: "Sapevo di dover prendere una decisione difficile e mi sono sempre rifugiato nel calcio, perché è quello che so fare. Nel frattempo pensavo a prendere la decisione migliore per me e la pressione non mi ha pesato, perché sono abituato a conviverci da quando ho 14 anni. Ringrazio il Real Madrid e i suoi tifosi e capisco la loro delusione, ma spero che capiscano la mia scelta di restare nel mio Paese per portare in alto la Francia e il campionato francese".

Le frizioni con la federazione

Così invece sulla trattativa che ha portato al rinnovo: "Abbiamo parlato a lungo del progetto sportivo, poi di diritti d'immagine e solo cinque minuti di soldi". Qualche problema in più invece nel suo rapportp con i dirigenti della Federazione, a causa di qualche frizione legata a motivi di sponsor: "Problemi che risolveremo in fretta, perché abbiamo un Mondiale da giocare e vincere. Il calcio però è cambiato e io voglio solo gestire la mia carriera seguendo i miei valori. Sono solo un calciatore, non voglio fare alcuna rivoluzione".

Lo spogliatoio e Di Maria

Nessuna velleità rivoluzionaria anche in seno al club o nello spogliatoio: "Resto un calciatore dentro a un collettivo e non andrò al di là di queste funzioni. Mi piace parlare di calcio, ma non oltrepasserò mai il mio ruolo - ha assicurato Mbappé -. La fascia da capitano? Resta a Marquinhos che è una figura importante nel gruppo e se la merita. Non ho bisogno della fascia per guadagnare il rispetto dei miei compagni". Tra questi non ci sarà più Di Maria, destinato a lasciare il Psg e corteggiato dalla Juve: "È un grande giocatore, una leggenda del club e sono contento di aver giocato con lui in questi anni. Gli auguro buona fortuna perché è un giocatore molto forte e una bella persona".

L'orgoglio di Al-Khelaifi

Oltre a Mbappé ha parlato anche Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain: "Questo è un grande giorno per i tifosi parigini e per la Francia, perché il più grande calciatore del mondo resta nel nostro club e nel nostro campionato che sta diventando sempre più qualitativo. Kylian resta qui perché il club lo metterà nelle migliori condizioni per raggiungere il suo obiettivo che è anche il nostro: vincere, vincere e vincere". Così Al-Khelaifi risponde agli attacchi della Liga spagnola, che si è detta pronta a denunciare il club parigino all'Uefa: "Forse hanno paura che la Ligue 1 stia diventando migliore del loro campionato. Rispetto tutti i club e i tornei esteri - ha chiosato il presidente del Psg - ma vogliamo rispetto anche noi". 'Catenaccio' poi sulle cifre del rinnovo di Mbappé: "Non abbiamo mai svelato le cifre del contratto di un giocatore e non lo faremo mai. Comunque soldi per Kylian non sono la cosa più importante: il progetto sportivo viene prima".

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