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Il no del Como all'Inter per Fabregas e di Conte e Gasp alla Juve: il vento cambia

La prova di forza lariana con Marotta dopo il quarto scudetto del Napoli con Antonio che resta alla sua guida; l'Atalanta in Champions per la quinta volta in 7 anni; il Bologna che vince la Coppa Italia dopo 51 anni: nuovi equilibri in Serie A

Christian Chivu è il nuovo allenatore dell'Inter, che ha virato sull'ex allenatore della sua Primavera, fresco di brillante salvezza alla guida del Parma. Uno degli Eroi del Triplete si è meritato sul campo l'allettante opportunità offertagli dai vicecampioni d'Italia e d'Europa. La scelta di Marotta è caduta sul quarantaquattrenne signore romeno dopo il secco rifiuto del Como a liberare Fabregas dal vincolo contrattuale con i lariani in scadenza il 30 giugno 2028.

Suwarso e Cesc

Mirwan Suwarso, il presidente del club dei fratelli Hartono, ha tagliato corto: "La società ha comunicato direttamente al presidente dell'Inter il nostro rifiuto. E loro l'hanno riconosciuto con grande chiarezza, come ci si aspetta fra club che hanno rispetto reciproco. Le voci insistenti sono pura fantasia, la nostra è una risposta chiara". Parole nette che hanno mandato comprensibilmente in sollucchero i sostenitori lariani, galvanizzati anche dell'apprezzamento di Suwarso per il comportamento di Fabregas: "Durante tutto questo periodo di speculazioni, il nostro allenatore non ha mai chiesto di andarsene né ha mai utilizzato l'interesse di altri club per ottenere vantaggi personali o economici. Si è sempre comportato con dignità, sincerità e assoluta professionalità. La sua integrità parla più forte di qualsiasi voce e siamo orgogliosi di avere una persona del suo spessore alla guida della nostra squadra".

Conte, Gasp e la Juve

Il muro comasco opposto all'Inter è un altro segnale importante di quante cose stiano velocemente mutando nel nostro calcio e di come storici equilibri vengano messi in discussione. Avreste mai immaginato che un giorno il Como 1907, tornato in Serie A soltanto dodici mesi fa, dopo 21 anni, avrebbe avuto una tale forza da negare il proprio allenatore alla società che porta la seconda stella sul petto? E questo è accaduto dopo il quarto scudetto del Napoli, il secondo negli ultimi tre campionati; il no di Conte al ritorno alla Juve, brillantemente neutralizzato da De Laurentiis; il no di Gasperini agli stessi bianconeri, avendo scelto la Roma; l'Atalanta dei Percassi qualificata alla Champions League per la quinta volta in sette anni; il Bologna di Saputo capace di riconquistare la Coppa Italia dopo 51 anni, accedendo direttamente all'Europa League e lesto a confermare Italiano che piaceva tanto al Milan e alla Juve. Il vento sta cambiando.

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