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Lazio, Lotito ora batti un colpo

Mai prima di quest’anno la Lazio aveva anticipato la programmazione del suo mercato, evento inusuale e sorprendente perché tutti ricordano spesso il presidente Lotito o il ds Tare andare di corsa per depositare i contratti o chiudere le operazioni sbocciate poco prima della chiusura ufficiale. Stavolta no, stavolta la società sa benissimo che cosa deve fare: prendere due portieri e almeno due centrali difensivi dopo aver messo al sicuro il giovane brasiliano Marcos Antonio, destinato a diventare l’erede di Leiva, talento che nella Lazio ha avuto il peso di Immobile e Milinkovic Savic, non uno qualunque. Il rinnovo del contratto di Sarri, a costi elevatissimi per un attento amminitratore come Lotito (oltre 10 milioni netti, quindi 20 da mettere in bilancio nei prossimi tre anni), ha probabilmente spinto il club ad accelerare i tempi in modo da consentire al tecnico di partire, il 6 luglio, con quasi tutta la rosa a disposizione, salvo situazioni da sistemare in corsa.

I giocatori che dovranno iniziare il nuovo ciclo di Mau era stati già tutti individuati a fine campionato: da Carnesecchi in porta (oltre ad un vice più competitivo di Reina, al quale è scattato il nuovo contratto con l’ingresso in Europa League...) a Marcos Antonio (già preso), da Romagnoli (liberato dal Milan) a Casale (che il Verona valuta intorno ai 10 milioni) fino ad un profilo alla Caputo per fare il vice Immobile. Il problema è che dopo aver messo al sicuro il brasiliano e aver sistemato i conti per rispettare l’indice di liquidità, la Lazio si è fermata, esattamente come faceva in passato, ma dimenticando che quest’anno il mercato si chiuderà addirittura dopo la quarta giornata di campionato. Non c’è molto tempo da perdere e Sarri, dal suo buen ritiro in Toscana, sta iniziando ad agitarsi perché è un tecnico che preferisce lavorare subito con tutta la rosa per trasmettere i suoi principi tattici, mai facili da apprendere per chi non li conosce. Al momento Mau tace, ma gli spifferi cominciano ad arrivare: il 6 luglio, primo giorno ad Auronzo, il tecnico farà le proprie valutazioni e si confronterà con la società. Possibilità di una rottura clamorosa? Al momento non c’è alcun segnale, ma tutto può accadere, nel bene o nel male.

La situazione più paradossale riguarda il tesseramento di Romagnoli, a scadenza con il Milan: libero e corteggiatissimo dalla Premier, l’ormai ex milanista sta aspettando ancora Lotito e Tare (2,8 milioni l’offerta, 3,2 la richiesta) solo per amore della maglia biancoceleste. Ma il patron pretende di cedere prima Acerbi, 34 anni e un ingaggio molto elevato, e di tesserare successivamente Romagnoli: le leggi del mercato, invece, prevedono l’esatto contrario, perché l’1 settembre è lontanissimo ma nel frattempo l’erede designato di Francesco potrebbe aver scelto un’altra sistemazione, stufo di aspettare. D’altronde Lotito si è fatto prigioniero quasi da solo, anzi in compagnia del ds Tare che con Sarri, tra l’altro, non ha una grande sintonia: a nessuno dei due, infatti, è ancora arrivata un’offerta indecente per Milinkovic Savic (almeno tra i 60 e i 70 milioni di euro), con cui con cui avevano pensato di finanziare il rilancio. Ma non solo: al momento risultano invendibili anche giocatori come Muriqi (pagato 19), Vavro (12), Akpa Akpro (12), Raul Moro (6), Escalante (0) e tanti altri annunciati al rientro dopo qualche mese in prestito. In pratica non ci sono i mezzi, al momento, per garantire a Sarri i giocatori non promessi ma addirittura garantiti. Come andrà a finire? 

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