ROMA - Il gran ritorno sarebbe da kolossal. La Lazio e Sarri tra sogno e realtà. Un amore da sogno finito a marzo 2024, un sogno d’amore che può ricominciare. Difficile da immaginare fino a ieri, più credibile che mai oggi. Di Fabiani l’idea, condivisa con Lotito. Congedato o quasi Baroni, il diesse ha sondato il Comandante. E ieri sera Lotito lo ha chiamato. Per adesso è titubante, ma anche tentennante. Sarri è rimasto legato alla Lazio, andò via per un’incredibile congiunzione di fattori contrari: le sconnessioni di gioco e spirito della squadra dopo il secondo posto da record, dopo un mercato carente e divergente. C’era lo spogliatoio bollente, i senatori ribelli remavano contro, vicende familiari dolorose avevano colpito Mau dentro. Pesi insostenibili che lo spinsero a dimettersi il 12 marzo 2024, reduce dal ko interno con l’Udinese: «Dopo un secondo posto e la vendita di Milinkovic mi aspettavo rinforzi. Alla fine avevo attaccato il mio malcontento alla squadra», l’ammissione fatta a febbraio. Tre anni di crescita e gratificazioni, di godimento calcistico per il gioco espresso: «Nell’ultimo mese c’era la sensazione, soprattutto nei giocatori che erano lì da tanto, di non riuscire a toglierli da uno stato di piattezza mentale», un’altra delle spiegazioni postume del Comandante.
Lazio-Sarri: gli scenari
Sarri è libero, ma da mesi il suo nome vortica nel mercato degli allenatori. Prima il Milan, poi la Roma, anche Bologna e Fiorentina, fino all’Atalanta. Gasperini è vicino ai giallorossi e la Dea può pensare al Comandante. Il diesse D’Amico lo teneva in corsa per portarlo al Milan, poi è stato scelto Tare. C’è un legame forte con Sarri, una reciproca stima. Mau vuole aspettare di capire cosa succederà a Bergamo, con un occhio segue le vicende del Bologna, ma Italiano è già blindato sulla parola, si aspettano le firme. Vuole riflettere e decidere bene. Lotito e Fabiani non molleranno la presa, proveranno a convincerlo a tornare confermando lo stipendio da 4 milioni netti, con i bonus, percepito l’ultimo anno. Si è aperto un casting clamoroso, mai il presidente aveva pensato ad un cavallo di ritorno. Nonostante ripetute punzecchiature non s’era lasciato da nemico con il Comandante e questo lo ha convinto a proporgli il ritorno.
Lazio, gli altri nomi
Mau in pole nelle idee della Lazio, per il club l’uomo giusto per rilanciare i giovani poco utilizzati o svalorizzati. Non è più la Lazio di Ciro, Luis e Sergej del primo Sarri. Per quanto siano insorti, sono stati le colonne della prima stagione (chiusa al quinto posto) e dell’anno Champions (chiuso al secondo, con la seconda miglior difesa dietro al Napoli campione). C’erano state le frenate dell’Inter (terza), del Milan (quarto), la discontinuità dell’Atalanta (quinta) e il crollo della Juve (settima). Ma i meriti restano. Sarri se si convincerà, nel frattempo continua il casting. Lotito e Fabiani si sono riuniti lunedì sera e il diesse attendeva di rivedere il presidente ieri. Lotito era atteso nelle Marche per partecipare ad un evento, è rimasto in Senato. Si sono aggiornati in serata, quando è partita la chiamata a Sarri. Fabiani era rientrato a Formello alle 19, stanno vagliando i nomi sul mercato, sono pochi: fredda la pista Thiago Motta, anche quella che può portare a Conceiçao. Scaloni è una vecchia suggestione, ma dovrebbe lasciare l’Argentina. Lotito già ai tempi di Inzaghi pensava a Gattuso, sotto contratto con l’Hajduk. Klose spera nella chiamata. La panchina della Lazio è diventata una folle centrifuga.