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Napoli, assalto finale per Raspadori: arriva l’ultima offerta

Al Sassuolo proposti 33 milioni: la sensazione è che oltre i 35 non si andrà e a quel punto ci sarà una virata su Simeone

CASTEL VOLTURNO - C’è poi un momento in cui bisogna mettere un punto: e sarà pure un desiderio folle che spinge al di là della razionalità, oppure un innamoramento bruciante, ma il limite stavolta non è la passione ma la voce del bilancio che soffoca quella del cuore. «Ultima offerta». Non essendo riuscito a schiodare il Sassuolo dalle proprie legittime aspirazioni, dopo aver presentato una serie di proposte indecenti, il Napoli ha scelto di osare, dare un ulteriore strappo alle proprie intenzioni e denudarsi: ventotto milioni più cinque di bonus (agevoli) che fanno trentatré rappresentano la frontiera oltre la quale sarà impossibile avventurarsi per regalarsi, in tempi rapidi, Giacomo Raspadori (22). E ora che pure questa è fatta e che non c’è praticamente altro da aggiungere, il futuro è un universo fosco nel quale può orientarsi, guardandosi dentro, il Sassuolo. Il tempo sta scappando di mano, ci sono strategie da pianificare e già sembra di avvertire il suono del Big Ben: il Napoli ha bisogno di un attaccante, lo vorrebbe giovane e moderno, proprio modello-Raspadori, ma non può permettersi di starsene inchiodato ancora a lungo ai blocchi di (ri)partenza. Il rush finale ha una sua logica: bisogna avere il centravanti per «liberare» Andrea Petagna, promesso al Monza l’altro giorno e con le valigie ormai pronte; e c’è pure da decidere cosa fare con Giovanni Simeone, quale tipo di procedura allestire con il Verona, su quali basi provare a chiuderla.

Raspa, Raspa

E’ tutto semplicemente chiaro: la priorità assoluta si chiama Giacomo Raspadori, è lui l’uomo che indirizza qualsiasi altra scelta - persino quella del centrocampista - perché un investimento del genere finisce per essere persino condizionante. E al Sassuolo, nella chiacchierata tra Adl e Carnevali, è stata esposta la vicenda in maniera trasparente: non potendo aggiungere Ounas come parziale contropartita tecnica, e non essendoci la volontà di forzare nelle pieghe dei propri conti, il Napoli s’impenna sino ai trentatré milioni di euro, il massimo che possa chiedere a se stesso e alle proprie finanze. Visto che il mercato va anche interpretato, un sospetto sorge spontaneo: a trentacinque, il sacrificio verrebbe compiuto, perché Raspadori è un profilo alto, perché è giovanissimo, perché piace a Spalletti, perché può fare la sottopunta del 4-2-3-1, l’esterno del 4-3-3 ed eventualmente, anche consentire a Osimhen di rifiatare. L’attaccante più multitasking del calcio italiano, un talento da stropicciarsi gli occhi, determinerebbe una «pazzia» ma senza sospettare di dar fondo a qualsiasi risorsa o di toccare vette da quaranta milioni di euro, uno scossone enorme per i conti della casa.

Ipotesi

Il Napoli non si è fermato, ha continuato a chiacchierare con il Verona per Simeone (27), che senza Raspadori arriverebbe (ma in prestito, 3, con diritto di riscatto) e che con il super-Jack però rischierebbe di rimanere fuori, vista la vastità del repertorio dell’attaccante del Sassuolo: a quel punto, i soldi «accantonati» per il «cholito», finirebbero su un mediano destinato a sostituire Fabian Ruiz, uno che si chiami Ndombele (25) del Tottenham o Barak (27) del Verona o anche il costosissimo Szoboszlai (21) che racchiude in sé tutte le qualità per far perdere la testa. Che però è già impegnata - eccome - per Raspadori.

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