ROMA - È fatta. Gli sono bastate 24 ore, forse anche meno. Ha riflettuto e ha deciso: Gian Piero Gasperini allenerà la Roma. La notte ha portato consiglio, dopo una giornata trascorsa nel resort fiorentino dei Friedkin. L’ansia è svanita velocemente, come un temporale estivo che ripulisce il cielo. Ieri mattina Giorgio Chiellini ha fatto un tentativo estremo, cercando di capire se esistessero i margini per dirottare Gasperini alla Juve. Gasp ha ringraziato, magari ha tentennato pure, ma poi ha declinato, nonostante una parte del cuore e della testa gli suggerissero di valutare la possibilità di un ritorno a casa, dove tutto era cominciato. Se l’Atalanta non gli crea problemi, rifiutando le dimissioni che sembrano imminenti dopo nove anni impareggiabili, firmerà il contratto triennale che aveva discusso mercoledì al Collegio alla Querce. Prima con Ghisolfi e Ranieri, poi a tu per tu con il presidente.
Roma, orgoglio Gasperini
La Roma lo ha conquistato definitivamente quando lo ha fatto sentire centrale nel piano di rilancio. Era successo già durante l’inverno, in tempi non sospetti, quando aveva ricevuto la prima chiamata di Ranieri. In quel momento però Gasperini preferì rimandare ogni decisione. Troppe cose dovevano ancora succedere, qualunque ipotesi era ancora plausibile. Finito il campionato però ha rispettato l’impegno di ascoltare l’offerta dei Friedkin. Ha chiesto delucidazioni sulla situazione finanziaria, sulle difficoltà gestionali incontrate negli ultimi anni, ha voluto sapere tutto sullo stadio di Pietralata che può diventare il fiore all’occhiello della proprietà. E quando ha verificato di persona di negoziare con un imprenditore serio, si è convinto. Ne ha parlato alla famiglia, agli amici, a se stesso. E poi ha detto: andiamo, è l’ora di vivere questa sfida.
Gasperini, perché no alla Juve
Alla Juve rimane legato, certo. Ma la Juve lo ha cercato solo quando si è resa conto, dentro a un ribaltone societario, che il piano per arrivare ad Antonio Conte non si sarebbe realizzato. A 67 anni, dopo risultati incredibili, Gasperini non si sente la seconda scelta di nessuno: in passato aveva rifiutato proprio la Roma anche per questo motivo, il dover dipendere dalle valutazioni di altri. Vuole aggregarsi alla squadra che lo ha voluto di più e senza riserve, pur riconoscendo che non tutto sarà semplice. Per prima cosa, per esempio, dovrà risalire la corrente del gradimento della tifoseria: non tutti i frequentatori dello stadio Olimpico, tralasciando la deriva dei social media, sono entusiasti di accoglierlo a Trigoria. Ma l’elemento ambientale non lo spaventa: altrimenti sarebbe rimasto a Bergamo dove la gente è scesa in piazza per trattenerlo. Sorretto da una struttura dirigenziale della quale Ranieri sarà garante assoluto, è certo di cancellare lo scetticismo.