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Quanto guadagna la Roma con le cessioni di Le Fée, Dahl e Zalewski

In attesa di Gasperini ecco tre uscite fondamentali per il fair play finanziario, ma serviranno altre partenze per sistemare i conti con l'Uefa: tutti i dettagli

ROMA - L’Uefa controlla, la Roma protocolla. Aspettando l’insediamento di Gasperini, l’ufficio amministrazione di Friedkin si prepara a contabilizzare tre plusvalenze molto importanti per il bilancio che verrà chiuso il 30 giugno: Le Fée è già stato riscattato dal Sunderland per 18 milioni più 6 di bonus (e il 10% sulla rivendita), Dahl sta per essere acquistato dal Benfica per 9 più 2 di bonus e (e il 40% sulla rivendita), Zalewski dall’Inter per 6,5. Sono soldi che aiuteranno la società ad avvicinarsi ai limiti imposti dal fair play finanziario facilitando la pianificazione.

Roma, il piano per sistemare i conti

Non basta naturalmente, per sistemare i conti, la rinuncia a calciatori non strategici. Altrimenti Ranieri non avrebbe parlato di «due sessioni di sofferenza» alludendo agli obblighi regolamentari da rispettare in vista dell’ispezione finale dell’Uefa, prevista alla fine della stagione 2025/26: in quel momento la Roma dovrà aver riportato le perdite gestionali aggregate del 2024 e del 2025 entro i 60 milioni, esclusi gli investimenti che a Nyon considerano virtuosi (infrastrutture, calcio giovanile, calcio femminile). È bene ricordare che la Roma, secondo l’accordo transattivo firmato nel 2022, è tenuta a superare anche degli esami intermedi: il rosso di bilancio relativo alla stagione 2023/24 è stato di 81,4 milioni (lordi, quindi per il fair play finanziario non tutti sono significativi) e ha causato una multa Uefa di 3. Significa che il bilancio 2024/25, ma soprattutto la situazione finanziaria del 31 dicembre 2025, dovrà registrare significativi miglioramenti per non provocare gravi sanzioni in campo internazionale: «Se volete che non giochiamo più in Europa, possiamo comprare tutti i calciatori che vogliamo» aveva detto seccato Ranieri a febbraio, dopo la vittoria di Venezia. In realtà la speranza di Friedkin, e di tutti i tifosi della Roma, è che la commissione disciplinare Uefa valuti il percorso di risanamento del club che, nonostante i mancati introiti della Champions, ha saputo alleggerire il monte stipendi e aumentare i ricavi. In sostanza, a Trigoria si aspettano nuove sanzioni economiche e la riduzione della rosa disponibile nell’eventuale coppa che andrà giocata nella stagione 2026/27. Non quindi l’esclusione dai tornei per un anno, che sarebbe la punizione più dura prevista dal regolamento sul FFP.

Flussi di cassa da generare con il patrimonio calciatori

È questo l’elemento che forse sfugge all’attenzione popolare: la liquidità e la solvibilità del Friedkin Group, che comunque rappresenta una famiglia di imprenditori e non di mecenati, non sono in discussione. Il problema è che l’equilibrio tra ricavi e costi, disastrato nel 2020 quando la Roma cambiò proprietario, non è ancora stato raggiunto a dispetto di investimenti molto corposi.
In conclusione, la Roma in questo mercato dovrà generare flussi di cassa attraverso il patrimonio calciatori - l’orientamento è trattenere Svilar, che però non ha ancora firmato il rinnovo, e valutare offerte per N’Dicka -, aumentare il fatturato con il nuovo sponsor (Riyadh Season è in scadenza) e azzeccare una serie di operazioni sostenibili in entrata. Gasperini ha accettato la sfida, la sfida delle idee e della competenza, ed è pronto a fare la sua parte.

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