«E’ una differenza che non riguarda solo la Juve, ma il calcio italiano. In Coppa troviamo avversarie più preparate a giocare, mentre in Italia, spesso, contro le grandi, le squadre si snaturano e rinchiudono. Comunque, c’è anche una percezione negativa: due anni fa siamo arrivati ai quarti e l’anno scorso, dopo essere stati eliminati dalla Champions, abbiamo raggiunto la semifinale di Europa League, portando avanti il processo di crescita».
Quindi concorda con chi sostiene che il campionato italiano sia poco allenante?
«Non direi poco allenante. In fatto è che in Europa ci sono budget che permettono di fare acquisti importanti. Riflessi sulla Nazionale? Cercheremo di migliorare anche lì»
Nonostante le sconfitte a Madrid e Atene, ritiene le possibilità di qualificazione intatte?
«Dipende da questa partita con l’Olympiacos, la prima fondamentale della stagione. Sfidiamo una grande squadra, che ha battuto sia l’Atletico sia noi, ma saremo in casa nostra. E contiamo sulle nostre qualità. Abbiamo la seconda migliore difesa d‘Europa, abbiamo fatto bene anche su campi duri come il Calderon: in Spagna hanno esaltato la nostra prestazione».
Un parere sulla sua stagione personale?
«Positiva, come per tutta la squadra, Siamo primi in classifica e ci giochiamo la Champions. Ho cercato di farmi trovare sempre pronto».