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Quando il calcio diventa poesia

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Ci sono imprese sportive che appartengono alla storia del calcio. Ci sono momenti che sfuggono alla cronaca e, in un istante, si trasformano in leggenda. Ci sono club che accompagnano il loro futuro attingendo a un passato inimitabile. Ci sono squadre che sembrano ritagliate da un cartone animato, dove l’impossibile si trasforma in realtà. Quelle storie in cui dici: così è troppo, ma è bello anche semplicemente sognarlo

ROMA - Ci sono imprese sportive che appartengono alla storia del calcio. Ci sono momenti che sfuggono alla cronaca e, in un istante, si trasformano in leggenda. Ci sono club che accompagnano il loro futuro attingendo a un passato inimitabile. Ci sono squadre che sembrano ritagliate da un cartone animato, dove l’impossibile si trasforma in realtà. Quelle storie in cui dici: così è troppo, ma è bello anche semplicemente sognarlo. Esattamente quello che è successo ieri a Barcellona, dove tanti fenomenali solisti - che magicamente si accordano nella stessa nota di genialità - sono stati capaci di regalare ai loro tifosi un’emozione unica. Anzi, non solo ai loro tifosi. Perché quando accadono cose straordinarie, che ti proiettano in una dimensione magica, finisci per partecipare anche tu.

Chi, al sesto gol del Barca, non si è lasciato andare ad un urlo di meraviglia? Perché è sottile il confine tra la sconfitta e il trionfo: sottile come le labbra di Messi al momento del primo rigore, sottile come il piede affilato di Neymar che dall’88’ al 95’ ha riacceso il sogno con due reti e un assist, sottile come la storia di Sergi Roberto, uno nato nella cantera, capace così di mettere un punto esclamativo alla sua carriera tutta blaugrana. Perché le radici contano, anche dove poi crescono i frutti di investimenti milionari. Il Paris, illuso da Cavani, ha finito così per inchinarsi a una suggestione, a una magìa forse irripetibile. E pensare che Luis Enrique aveva avvertito: attenti, perché il Barcellona può fare anche sei gol. Non poteva forse immaginare che la profezia si potesse trasformare in un brivido. Ma il calcio vive spesso di fluidi, sospiri e pensieri, un clic e ci sei. Un pallone può correre anche più rapido dell’elettricità.

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