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Higuain, prendersi Madrid per una notte

LaPresse
A Torino, nella gara di andata, solo una prodezza di Navas gli ha negato il gol. Vuole riprovarci, inseguendo una rimonta quasi impossibile

TORINO - Il Pipita fa rotta sul Bernabeu. Con una pazza idea in testa: tentare la rimonta impossibile, provare a creare le premesse per un ribaltone che avrebbe dell’incredibile, tentare quanto meno di mettere in discussione le granitiche certezze del Real Madrid. Proprio nel tempio delle merengues, dove è iniziata la sua carriera europea. Sì, perchè, prima dell’epopea italiana con Napoli prima e Juve poi, Gonzalo Higuain è stato grande in Spagna, con la «camiseta blanca». Prima tappa della sua avventura europea, che il bomber argentino ha iniziato da «galactico»

SEI ANNI E MEZZO - Tutto è incominciato nel gennaio 2007 ed è durato per sei stagioni e mezza, prima dell’addio in direzione Napoli. Gonzalo ha diciannove anni quando viene acquistato dal River Plate: firma a dicembre 2006 e all’alba del nuovo anno lascia i Millionarios per la prima svolta della sua carriera. A volerlo a Madrid è niente meno che Fabio Capello, uno che se ne intende di campioni. Debutta in coppa del Re, prende le misure con la nuova realtà: un mese e arriva il primo gol, quello del pari nel derby con l’Atletico Madrid. La stagione seguente è complicata: 9 gol in 34 gare con Bernd Schuster allenatore. Higuain ingrana le marce giuste e vive due annate da protagonista: nel 2008-2009 firma 24 reti in 44 partite; nel 2009-10 sale a 29 in 40 match. Nell’estate 2010, José Mourinho sbarca sulla panchina madridista e Higuain non trova più la continuità di impiego di prima. La concorrenza con Benzema lo penalizza: la stagione 2010- 11 si chiude con 13 gol in sole 25 apparizioni. Il riscatto arriva però subito: il Real vince la Liga 2011-12 e il Pipita colleziona 22 centri in campionato più 4 nelle varie coppe. Il feeling con Mourinho però non decolla mai davvero del tutto: anche nel 2012-13, il bomber argentino vive faticosamente l’alternanza con Benzema e alla fine decide di dare la seconda svolta alla sua carriera. Il Napoli fa breccia nel cuore di Gonzalo e l’avventura al Real si conclude con un curriculum comunque di tutto rispetto: 121 gol in 264 partite e sei titoli (3 Liga, 2 Supercoppe di Spagna, una coppa del Re).

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