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Così fa ancora più male

Per dirla alla Ancelotti, siamo usciti da coglioni. Meglio, sono. Loro: sia il Napoli, sia l’Inter. Il Napoli perché ha giocato la peggior partita della sua stagione europea proprio nella serata in cui sarebbe bastato essere il Napoli; l’Inter perché non è stata capace di battere il Psv che fino a quel momento aveva raccolto un solo punto su quindici - il resto l’ha fatto il Barcellona - quello della gente seria (cfr. Spalletti Luciano) - che ha curato solo i propri interessi e concesso il pari al Tottenham rinunciando in partenza a Messi, Suarez, Busquets e Piqué.

Parto dal Napoli che avevamo ammirato a Parigi e al San Paolo con lo stesso Liverpool: ad Anfield è mancato nei suoi uomini-chiave, ha subìto l’inaccettabile, è stato a lungo tenuto a galla da Ospina, imperfetto in occasione del gol di Salah, e dagli errori da due passi, alcuni imbarazzanti, degli avversari e quando ha avuto in un paio di opportunità sfruttabili si è abbandonato a fragilità e inciampi che non gli riconoscevamo: malissimo Hamsik, troppo scolastico, timido e fallace, e male Insigne e Mertens (Van Dijk meritava comunque il rosso per l’entrata sul belga nei minuti iniziali), meno incisivo del solito Allan. Non si è rivista la rapidità dei piccoletti, e a quel punto i centimetri e i chili hanno fatto la differenza, favorendo la squadra di Klopp, promossa agli ottavi con tre sconfitte su sei.

L’Inter aveva il compito più semplice, ma è riuscita a complicarselo dopo aver centrato un palo con Perisic: il gol di Lozano l’ha portata a inseguire con affanno, pesantezza, imprecisione. Vi saluto armonia ed efficacia.

Non partecipo a riflessioni su crescite o ridimensionamenti del calcio italiano: cazzate, banalità, oggi. Sono infatti passate la dominatrice incontrastata del campionato, la Juventus che - unica - ha conquistato da tempo una dimensione internazionale, e una Roma da lettino psichiatrico; bocciate la seconda e la terza in A, pertanto, considerate anche le difficoltà contenute nei vari gironi, non è possibile spingersi oltre la registrazione dell’amarissimo dimezzamento della flotta. Il Napoli e l’Inter, Ancelotti e Spalletti, Insigne e Icardi li rivedremo di giovedì e la cosa non ci consola.

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