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Ranking Uefa, l'Italia tifa Lazio contro il Bayern Monaco

Il piano di Sarri per battere i campioni di Germania: limitare Musiala e il cecchino Kane. L’ideale? Segnare subito un altro gol 

Sarri parte con un gol di vantaggio. Non è poco, non è tanto. Gli restano 90 o 120 minuti per entrare nella storia della Lazio e tra le otto regine della Champions. Un sogno. Nessuno, sino al 14 febbraio, avrebbe osato immaginarlo. Solo tenere in bilico la qualificazione e contendere i quarti di finale ai fuoriclasse del Bayern Monaco era un pensiero più grande della stessa Lazio, ma il calcio non è una scienza esatta e allora è giusto crederci in una notte che l’intero calcio italiano, non solo il popolo biancoceleste davanti alla tv o in marcia verso la Baviera, seguirà con un filo di apprensione. Questione di ranking Uefa e di interessi finanziari, così cari alla Lega e ai presidenti della Serie A. Eliminare il Bayern, significherebbe consolidare il primato nella classifica per nazioni e aumentare le possibilità che nella prossima stagione si possano iscrivere alla SuperChampions cinque squadre italiane e non quattro. L’Italia conduce con 15.571 punti davanti alla Germania, ferma a quota 14.500 e con soli cinque club tra Champions, Europa League e Conference. Il confronto diretto dell’Allianz può mandarci in fuga o riavvicinare i tedeschi, rappresentati dagli specialisti del torneo, per undici volte nelle ultime dodici edizioni ai quarti: solo nel 2018/19 non passarono il turno, inchinandosi al Liverpool di Klopp, che poi si sarebbe laureato campione.

Bayern-Lazio, il piano di Sarri

Neppure è giusto attribuire eccessive responsabilità alla Lazio. Era e resta una missione quasi impossibile, pensando ai film di Tom Cruise. Sarri e i suoi giocatori dovranno superarsi, tirando fuori un altro capolavoro. Ripetersi, dentro un inferno da 75 mila spettatori come l’Allianz Arena, non sarà semplice. L’1-0 dell’andata (rigore di Immobile) non basta. Tenere lo 0-0 per cento minuti, recupero compreso, è un’ipotesi remota. La Lazio dovrà abbassare il ritmo, spezzare il gioco e non farsi travolgere dall’avvio furioso dei tedeschi. Regola numero uno: evitare di beccare subito gol. Significherebbe perdere le distanze e costringere la squadra ad “allungarsi” sul campo, rischiando l’imbarcata. Da Sané a Musiala, passando per Davies (recuperato), Gnabry e Tel (in panchina): in tanti fanno la differenza con strappi di velocità insostenibili. Kane è un cecchino micidiale. Musiala sa inventare gol da solo. Come si difende? Anticipo e coperture per evitare l’uno contro uno sulle fasce. Il coraggio e la faccia tosta dell’Olimpico serviranno per fare male ai tedeschi. Segnare subito sarebbe la scorciatoia, l’unica possibile, verso la gloria. Sarri opporrà il sistema difensivo e l’organizzazione ai fuoriclasse del Bayern. All’Olimpico i suoi giocatori si erano mossi “con una sola testa”, conservando l’ordine tattico. Non saltò una sola diagonale. Il vantaggio di Tuchel: ha avuto tre settimane di tempo per studiare qualcosa di diverso e sorprendere la Lazio.

Bayer-Lazio, la chiave tattica

Sarà dura, durissima. All’Olimpico, venti giorni fa, si realizzò qualcosa di impensabile: 17 tiri in porta, neppure uno nello specchio, con il 61% di possesso palla del Bayern. Può ricapitare? Forse non basterebbe piazzare un pullman davanti a Provedel. Occhio al pressing, la Lazio dovrà venirne a capo, cercando gli spazi in cui ripartire. La costruzione dal basso di Mau all’andata era stata perfetta. Tuchel aveva mandato avanti solo Kane. Müller, Kimmich e Goretzka presero in consegna Cataldi, Guendouzi e Luis Alberto. Romagnoli, Gila, Marusic e Hysaj non sbagliarono niente nell’impostazione. Lucidità, precisione di palleggio, uno o due tocchi con destrezza, evitando lo scontro fisico con i tedeschi. Un grande lavoro di centrocampisti e attaccanti. Le statistiche: 4 tiri nello specchio e 1,83 di expected gol, i rimpianti coltivati da Sarri per il mancato raddoppio dopo l’espulsione di Upamecano. Felipe e Isaksen o Zaccagni dovranno correre per quattro e difendere, non solo attaccare. Al solito, eterno e immenso Ciro toccherà buttare dentro la palla giusta per ribaltare il pronostico e portare la Lazio dentro una favola.

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