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Barcellona-Napoli, testa e cuore: Calzona vuole undici scugnizzi

Il tecnico lancia una squadra senza paura: allenamenti ad alta intensità, possesso veloce, pressing alto, riaggressioni e verticalizzazioni 

Noi siamo il Napoli: ha detto Calzona dopo il pareggio con il Torino, masticando orgoglio e sputando fiducia verso la Champions. E poi ha aggiunto che con il Barcellona i suoi avrebbero giocato onorando il nome azzurro: cioè, senza paura. Da scugnizzi, sfrontati. Mica parole: Francesco, l’allenatore fiero, sa essere anche Ciccio quando arriva in campo. Teorico del gioco offensivo, del calcio verticale e del furore intelligente: ecco perché sta peparando la partita insistendo molto sull’aggressività, pressing alto e riaggressioni per trasformare le transizioni in ripartenze; e poi ampiezza, verticalizzazioni, possesso veloce. Più di quanto non sia accaduto finora.

Calzona, questione di intensità

Troppo in troppo poco (lavoro)? Può darsi: da quando è arrivato, per la precisione dal giorno della vigilia dell’andata degli ottavi di Champions, 20 giorni oggi, la squadra ha giocato 5 partite. La matematica non è un’opinione e le sessioni di allenamento utili a dedicarsi alla sostanza e alla rifinitura dei dettagli sono state pochissime. Eppure, Calzona non ha mai trascurato nulla. Pur privilegiando la base, il moltiplicatore di tutto il resto, del suo calcio: l’aggressività. Il Napoli, insomma, domani se la giocherà esattamente da slogan post Torino: senza paura. Pressione alta dalla prima linea, riaggressioni, rapidità: ecco perché in campo è stata curata molto l’intensità; molto più di quanto non fosse accaduto con le due precedenti gestioni tecniche. Anche la preparazione, ovviamente, è diversa; e nonostante la condizione atletica fosse già migliorata nella parentesi di Mazzarri con il ritorno in prima linea del prof Cacciapuoti, uomo del club, è inevitabile che i principi di lavoro siano cambiati con il ritorno del prof Sinatti al fianco del suo storico vice dello scudetto.  

Napoli, dai e vai

Oggi, intanto, al centro sportivo di Castel Volturno andrà in scena l’ultima seduta di lavoro prima della partenza: il Napoli si allenerà e poi, dopo pranzo, volerà a Barcellona dall’aeroporto di Capodichino. Domani, poi, classico risveglio muscolare pre partita: l’aperitivo finale. Il gruppo sta lavorando per partire al completo: lo staff medico del dottor Canonico sta accelerando per rimettere in pista tutti i giocatori della rosa compresi in lista Champions: da Ngonge, fuori sin dalla partita contro il Genoa, a Cajuste, fermo dopo Cagliari e recuperato in tempi record (rientro fondamentale con i centrocampisti contati, in virtù dell’esclusione di Zielinski e Dendoncker dall’elenco). Rrahmani, in panchina già con il Toro ma gestito proprio in ottica Champions senza rischi e di conseguenza minuti dopo il fastidio all’adduttore accusato contro la Juve, giocherà dal primo minuto. Un rientro fondamentale per gli equilibri difensivi, la cifra caratteriale della squadra e anche la costruzione.  

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