I tre minuti che sconvolsero la Champions. I tre minuti dell’Inter e del suo fantastico capitano. Sembrava tutto di nuovo aperto, partita, qualificazione, anche un’incertezza sul futuro di questa stagione nerazzurra. Kane aveva segnato, il Bayern aveva pareggiato l’1-2 dell’andata e quando la partita pareva spingersi fra le braccia dei tedeschi l’Inter gliel’ha strappata con una spaventosa dimostrazione di forza. Questa squadra ha in sé qualcosa di straordinario, di unico. Non è forte solo fuori, è forte dentro, ha lo spirito di chi sa cambiare il proprio destino. Ha pareggiato rabbiosamente Lautaro Martinez, ha avuto una palla-gol Darmian con salvataggio sulla linea di Dier, qualche secondo dopo ha segnato di testa Pavard.
E’ accaduto in 192 secondi, tre minuti che hanno disorientato il Bayern e portato l’Inter in semifinale, dove la stava già aspettando il Barcellona. Gli ultimi 20’, dopo il gol del 2-2 di Dier, sono stati di pura resistenza, proprio come a Monaco, e anche in quei lunghi momenti di sofferenza l’Inter ha saputo dare il meglio di sé, ha barcollato ma ha retto, è rimasta in piedi con tutto il suo orgoglio e la qualificazione, alla fine, è stata conquistata con merito. Da ieri sera, l’idea del triplete ha più spessore. Di sicuro l’Inter avrebbe voluto giocare un primo tempo diverso, ma il Bayern gliel’ha impedito.
Avrebbe voluto alzare la linea di difesa, subire meno la pressione, manovrare riflettendo un istante di più. E’ stato impossibile perché i tedeschi hanno subito aumentato i giri, attaccato quasi a testa bassa e lasciato di conseguenza lo spazio per il contropiede nerazzurro. Ma la squadra di Inzaghi sa adattarsi a tutte le situazioni, è sempre stata questa la sua forza in Champions.
In Italia si impone e domina, in Europa studia, aspetta e riparte. Lo ha fatto anche ieri sera, creando dei pericoli al Bayern che cercava furiosamente il gol per rimettersi in pari. I tedeschi erano stati meno aggressivi in casa loro, stavolta la pressione portata da Kimmich e Goretzka, sempre molto vicini al trio che giocava alle spalle di Kane, ha costretto l’Inter a una difesa prolungata, ma efficace e ordinata, per tutto il primo tempo. Ha creato molto il Bayern, ma Darmian (chi lo chiama “gregario” riguardi bene la partita di ieri sera) e compagni non sono mai stati a guardare. Appena recuperavano palla, puntavano su Lautaro Martinez che anche ieri ha ricordato il miglior Dzeko nel ruolo del regista d’attacco. Il capitano ha fatto dei numeri notevoli, giocate di un ragguardevole livello tecnico, ma era soprattutto la sua posizione, all’interno del cerchio di centrocampo, a mettere in difficoltà la difesa bavarese che, per andare a contenerlo, doveva rompere la linea e aprire altri spazi a Thuram e Dimarco. Poi, il 10 dei sogni nerazzurri, ha messo la sua firma anche a San Siro, come era successo all’Allianz. I grandi campioni si svelano in serate come queste.