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Questa Inter può davvero farcela con il Barcellona? Tutti i motivi per crederci

San Siro trascinerà l'Inter e il Barça, se attaccato, è vulnerabile. Inzaghi replicherà lo schema dell'andata, ma Yamal è una mina vagante

INVIATO A BARCELLONA - Sì, l’Inter può farcela e al Montjuic abbiamo visto e raccontato una partita epica, già destinata a entrare nella storia della Champions, come raccontano le statistiche Uefa. Soltanto altre due volte era accaduto che in una semifinale di Coppa dei Campioni entrambe le squadre segnassero tre gol: nel 1999 Dinamo Kiev-Bayern Monaco finì 3-3 (nel ritorno si imposero i tedeschi) e nel 2022 il City vinse 4-3 con il Real Madrid. I Blancos al Santiago Bernabeu rimontarono (3-1) eliminando Guardiola e Ancelotti volò in finale a Saint Denis, dove avrebbe alzato un’altra Champions battendo di misura (1-0) il Liverpool. Arbitro Turpin, lo stesso di ieri sera al Montjuic, dove senza quel fenomeno di Yamal forse i blaugrana non sarebbero riusciti a rimontare due volte l’Inter: da 0-2 a 2-2, da 2-3 a 3-3 complice l’autorete di Sommer provocata dal sinistro di Raphinha. È scontato immaginare un altro show a San Siro tra cinque giorni. Una macchina da gol come il Barça, 158 reti in 54 partite ufficiali dall’inizio della stagione, è impossibile da arrestare. Si può limitare e contenere, come ha fatto l’Inter, ma non azzerare. Giocano bene, comandano la partita con una qualità fuori dal comune. Palleggiano e verticalizzano, diventano più pericolosi quando il campo si apre, perché resistere agli scatti di Yamal e Raphinha è impresa proibitiva, ma anche Ferran Torres e Dani Olmo, nazionali spagnoli, sono al top in Europa. Mancava Lewandowski, un tipo da 40 gol a stagione, e la difesa nerazzurra si è raccolta bene a protezione. Due imperfezioni di Bisseck e Acerbi sul gol del 2-2 ispirato da un lancio di Pedri, ma l’Inter ha tenuto, è stata quasi eroica, raddoppiando e triplicando le marcature sul baby prodigio cresciuto a Matarò, periferia di Barcellona. Durante l’intervallo Simone
ha invitato Bastoni a uscire su Yamal che sfuggiva alla guardia di Dimarco e Mkhitaryan. Di più e di meglio non si poteva pretendere.

Inter-Barcellona, che partita preparerà Inzaghi

Inzaghi proverà a replicare lo stesso tipo di partita e forse a San Siro sarà più complicato, come avevano rivelato i quarti di ritorno con il Bayern Monaco, perché gli spazi si apriranno anche per l’Inter. Per andare in finale a Monaco di Baviera il 31 maggio, i nerazzurri dovranno segnare un gol in più del Barça e quasi certamente senza Lautaro, il capitano. La spinta di San Siro diventerà determinante per resistere nei momenti più difficili, quando ci sarà da difendere, e per reperire nuove energie. La difesa blaugrana, però, è attaccabile e vulnerabile. Concede spazi enormi in cui infilarsi. Dumfries ha distrutto Gerard Martin, l’anello debole dei catalani. Flick spera di recuperare Balde, il terzino sinistro titolare, ma non cambierà l’atteggiamento tattico. Sono abituati a tenere la linea arretrata sul filo del fuorigioco a 30-35 metri da Szczesny. Pressano e salgono, vengono avanti a caccia del pallone come faceva il Milan di Sacchi, ma dietro non hanno Franco Baresi e Billy Costacurta, neppure Tassotti e Paolo Maldini sulle fasce. Nel secondo tempo al Montjuic, quando l’Inter ha trovato la forza per contrattaccare, sono entrati in grande difficoltà. A San Siro, senza Lautaro, toccherà a Marcus Thuramn eliminare i blaugrana. Nei prossimi cinque giorni migliorerà la condizione dell’attaccante francese. Simone dovrà scegliere se assisterlo con uno tra Taremi e Arnautovic o forse l’incursore Frattesi se deciderà di giocare con una sola punta. Occorrerà una dose di buona sorte e magari lo stesso cinismo visto ieri sera nei primi 20 minuti: due azioni, due gol. Palla lunga e verticale, gli inserimenti dei centrocampisti, l’attenzione necessaria per non esporsi alle progressioni del Barça. Un altro fattore dovrà essere Calhanoglu: al Montjiuc ha giocato sotto al suo livello, a San Siro dovrà illuminare l’Inter, portandola per mano sino a Monaco di Baviera.

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