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Marquinhos, il sogno più grande: perché il Psg gli ha salvato la vita (e non solo a lui)

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Marquinhos, il sogno più grande: perché il Psg gli ha salvato la vita (e non solo a lui)
Esattamente 13 anni fa il brasiliano trovava l'accordo con la Roma, ufficializzato mesi dopo: oggi è capitano e uomo simbolo a Parigi

INVIATA A MONACO - Esattamente 13 anni fa il giovane Marquinhos, 18 anni, decideva di lasciare il Brasile per tentare la scalata in Europa. Lo convinse (a lui, alla famiglia e all'agente Roberto Calenda) un innamorato Walter Sabatini, che i difensori in carriera li ha sbagliati raramente. Marquinhos è uno dei suoi fiori all'occhiello: pagato appena 4 milioni e mezzo, bonus compresi ne ha fruttati più di 30 alle casse della Roma. In giallorosso gioca appena una stagione, tra l'altro molto complicata con l'avvicendamento Zeman-Andreazzoli, ma quando il Psg lo cerca lui non sa dire di no e la proprietà americana neppure. Va via senza passare da Roma, direttamente dal ritiro di Riscone in un torrido giorno d'estate, e all'inizio fatica a passare le visite mediche per una brutta influenza. E pensare che quando non si allenava per febbre c'era chi pensava fosse "diplomatica". Ma a soli 19 anni si capisce già la personalità del ragazzino che piaceva a Zeman, Totti e De Rossi. Dopo un paio di allenamenti è però Rodrigo Taddei a sentenziare: "Mi sa che abbiamo in squadra un fenomeno".

Gli anni a Parigi: Marquinhos e il retroscena sulla figlia

Quando il Psg lo acquista Marquinhos capisce subito di trovarsi di fronte a un club di livello altissimo: lo aiutano a superare i suoi problemi di salute, lo aiutano ad ambientarsi e lui ci riesce anche perché, dal Brasile, arriva la fidanzata Carol, cantante, che poi diventerà sua moglie e la mamma dei suoi tre figli: Maria Eduarda, Enrico e Martina, identici al papà. La prima viene al mondo sette anni fa un po' all'improvviso: il parto non è semplice, il primo novembre 2017 Marquinhos scopre, a soli 23 anni, cosa sia la paura quella vera. Il terrore. Il Psg non lo lascia mai solo e il brasiliano si lega ancora di più al club della sua vita. I numeri sono impressionanti: quella di domani sarà la partita numero 485 con il Psg, i trofei non si contano, manca solo la Champions League. Solo per modo di dire, visto che è il sogno e l'ossessione di uno che ha vinto la Copa Libertadores quando era solo un bambino con l'apparecchio ai denti. Oggi quel ragazzo non c'è più, c'è un giovane uomo di 31 anni perfettamente consapevole del suo valore, leader di un club che ha visto crescere, vincere, crollare sotto il peso di stelle troppo grandi, e ricostruirsi con un allenatore spagnolo che, come lui, conosce benissimo il senso più profondo della vita. Domani, contro l'Inter, proveranno insieme ad essere felici.

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