INVIATA A MONACO - Due anni fa l'Inter era uscita dalla sconfitta con il City stravolta nelle gambe e nello spirito ma più forte nella testa. Perché aveva messo sotto a lungo quella che, allora, era la squadra più forte d'Europa. Stasera, in una tiepida notte di inizio estate in Baviera, l'Inter esce dalla meravigliosa Allianz Arena di Monaco a pezzi. Sotto tutti i punti di vista. Il Psg porta a casa per la prima volta nella sua storia la Champions League guidata da un superbo Luis Enrique, al secondo Triplete della carriera, e i nerazzurri devono accontentarsi della medaglia d'argento al termine di una partita senza storia: 5-0 e tutti a casa.
Finale Champions League, come ha vinto il Psg
Troppo più forte e più fresco il Psg e forse anche più sereno. Quando le due squadre, poco dopo le 19, scendono dai pullman a pochi metri di distanza, Donnarumma e compagni sorridono e scherzano, qualcuno fa anche delle foto. Lautaro e gli altri sono maschere. E in campo questa tensione si trasforma in giocate sbagliate, corse al rallentatore, passaggi sbagliati. All'Inter va male tutto, anche il tifo non è quello delle grandi occasioni, non ci sono coreografie e la voce degli ultras del Psg si sente più nitida, costante. Semplicemente: il Psg è felice in campo e fuori, l'Inter no. E si vede, si percepisce, si respira fin da subito. Il primo tempo è per oltre mezzora una sinfonia bellissima del Psg, che pressa, corre, ride e sembra persino volare sull'erba perfetta dell'Allianz Arena. Luis Enrique ha messo a punto una macchina perfetta e l'Inter appare a dir poco smarrita. Lautaro e Thuram arrivano sempre un attimo dopo sul pallone, Dimarco sbaglia tutto quello che può e a nulla valgono le urla in panchina di Inzaghi. Hakimi dopo 12' deve solo appoggiare in rete il gioiellino di Doué e 8' più tardi è il baby fenomeno di Luis Enrique a togliersi lo sfizio del 2-0. Per la cronaca: Douè compie 20 anni il 3 giugno e bene, anzi benissimo, aveva fatto il tecnico spagnolo a ribadire in conferenza che l'età è solo un numero. E pensare che secondo le indiscrezioni della vigilia avrebbe dovuto giocare Barcola. Sul tiro del 2-0, arrivato da un contropiede dopo un recupero di Pacho, c'è una deviazione di Dimarco che certamente non aiuta Sommer. Ma la sensazione è che i francesi siano imprendibili: ogni volta che si avvicinano all'area nerazzurra mettono i brividi a tutti gli interisti. L'Inter si fa vedere con un colpo di testa di Thuram ma rischia di subire il 3-0 prima con Dembelé e poi con Kvara. E quando va al riposo sembra, davvero, sotto choc.
Inter umiliata, quanti "olé dei francesi
Il secondo tempo prosegue sulla falsariga del primo, l'Inter cambia qualcosa, Inzaghi viene ammonito, il Psg gioca (e come gioca...) sul velluto. Doué fa il 3-0 sotto i tifosi francesi, si toglie la maglia, è l'emblema della felicità. Ed è anche l'emblema della felicità vedere il tacco di Dembelé che poi, assistito da Vitinha, porta al tris. A chiudere tutto il 4-0 di Kvara, Donnarumma che nega a Thuram il gol della bandiera e gli olé dei francesi a 10' dal termine. Il peggior commiato possibile alla Champions, visto che poi arriva anche la rete di Mayulu, 19 anni, per il 5-0: l'Inter ha meritato la sconfitta, ma un finale così no. Rialzarsi sarà davvero complicato, l'obiettivo è solo uno: dimenticare in fretta. Il Psg, invece, ricorderà a lungo la magica notte di Monaco. E chissà, come diceva durante la partita un commentatore francese, cosa starà passando adesso nella testa di Kylian Mbappè...