Anche a 36 anni può esserci ancora un'altra grande occasione, un treno da prendere dopo aver pensato che non sarebbe mai più ripassato. Henrikh Mkhitaryan ha un pallino fisso da ormai due anni, da quando a giugno 2023 aveva dovuto rinunciare a un appuntamento che vale la carriera come la finale di Champions a Istanbul. Un problema muscolare alla coscia sinistra l'aveva costretto prima a un tentativo di recupero disperato e poi a entrare in campo a soli sei minuti dal novantesimo. Una beffa che aveva fatto il paio con la sconfitta maturata di misura contro il City di Guardiola. Stavolta però è tutto diverso, l'armeno vuole giocarsi al meglio la chance di alzare al cielo con l’Inter il trofeo più importante a livello di club. Tra l'altro quella di sabato prossimo rappresenta per Mkhitaryan la finale per eccellenza, visto che oltre al precedente del 2023 aveva dovuto saltare anche l'atto clou di Europa League nella stagione 2018/2019 per motivi politici, con Chelsea-Arsenal giocata a Baku in un periodo di fortissime tensioni internazionali tra Armenia e Azerbaigian. Oltre a questi due precedenti, il centrocampista però in finale ha anche esultato in passato vincendo a livello continentale sia la Conference League con la Roma nel 2021/22 sia l'Europa League con il Manchester United nel 2016/17.
Inter, pilastro Mkhitaryan
Venerdì scorso nell'ultima di campionato il centrocampista ex Roma è rimasto in panchina per 90 minuti a Como, recuperando energie preziose in vista della partita di Monaco. L'affaticamento muscolare di inizio mese, che lo aveva tenuto fuori causa a Torino, è soltanto uno sbiadito ricordo e contro i lariani è stato l’unico a non entrare in campo rispetto agli altri titolarissimi del reparto, Barella e Calhanoglu, con cui ricomporrà il terzetto di centrocampo contro il Psg. Oltre alle sue indubbie qualità tecniche, l'esperienza di Mkhitaryan sarà fondamentale in un match così delicato come dimostra anche il rendimento di questa stagione in quella che appare una giovinezza infinita. Il centrocampista classe 1989 nonostante la sua età è il quarto giocatore di movimento più impiegato di tutta la rosa di Inzaghi, con 3.482 minuti già disputati in tutte le competizioni dietro ad altri tre pilastri come Bastoni (3.836’), Barella (3.717’) e Lautaro (3.643’).
Il futuro Mkhitaryan dopo la finale di Champions
Rispetto a quella di Istanbul, la finale di Monaco per Mkhitaryan è ancora più importante e inevitabilmente si lega alla scelta di ritirarsi o meno a fine stagione. Il suo contratto con l’Inter scade nel 2026, ma di recente il giocatore ha parlato di annata più faticosa di sempre e di poter abbandonare il calcio giocato dopo aver trascorso così tanto tempo ad altissimo livello. Un altro anno in nerazzurro, magari con un minutaggio più ridotto, potrebbe essere utile eventualmente per fare da chioccia a possibili nuovi innesti più giovani, a cui lasciare in eredità il centrocampo. Se ne parlerà però soltanto dopo la finale di Champions, lasciando liberi testa e muscoli per concentrarsi al meglio sulla partita di sabato sera. Nella cavalcata europea di quest'anno Mkhitaryan ha saltato solo due appuntamenti, rimanendo in panchina contro Feyenoord e Bayer Leverkusen, mentre nelle altre sfide ha sempre portato il suo contributo aiutando la squadra a giocarsi il trofeo più ambito di tutti.