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Milan-Inter, un derby di 45 minuti

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Milan-Inter, un derby di 45 minuti Inter via Getty Images
Leggi il commento sul derby nell'andata della semifinale di Coppa Italia

L'Inter non ha vinto nemmeno il quarto derby della stagione, il bilancio è sempre a favore del Milan (due vittorie e due pareggi), ma il quinto sarà per forza decisivo. E se per il 23 aprile Inzaghi riavrà Lautaro e Dumfries (e se farà giocare Mkhitaryan dall’inizio...) per Conceiçao sarà tutto più complicato.  

Ieri in realtà i derby sono stati due, il primo quasi inesistente per tutti i 45 minuti. Milan e Inter si conoscevano bene, anzi, troppo bene. Non giocavano per imporsi ma, al contrario, per ostacolarsi, sottraendo spazi l’una all’altra, così la sfida si è ammosciata, scorrendo a un ritmo basso, con una manovra lenta, con una costruzione per niente agevole. Inzaghi sapeva dove avrebbe colpito il Milan, come Conceiçao aveva chiaro in testa il modo di fermare la concittadina. Molta tattica, spazi chiusi, squadre corte, il timore di entrambe di prendere gol. Raramente le due prime punte, Abraham e Thuram, sono state coinvolte. L’Inter è stata un po’ pericolosa, come spesso càpita, sui calci da fermo e poi nell’ultima azione del primo tempo col colpo di testa di Frattesi respinto da Maignan. Era una bella occasione, come quella di Leao respinta da Martinez. 

Conceiçao aveva la formazione titolare, a Inzaghi invece mancava un paio di pezzi da novanta e anche questa può essere una spiegazione della poca qualità espressa dai nerazzurri nel primo tempo. Avrebbe dovuto dare di più Frattesi, certe occasioni vanno prese al volo, e invece ha cominciato a giocare una partita per conto suo e non è stato facile riportarlo dentro a questo derby. Come sempre si aspettavano notizie su Leao, stavolta titolare: un paio di spunti buoni, Martinez gli ha respinto una legnata di sinistro, non il suo piede preferito, ma anche se il Milan attaccava in prevalenza dalla sua parte (un classico), il 10 portoghese non riusciva a trovare né a creare spazi. 

Il derby è diventato tale solo nel secondo tempo, grazie al gol di Abraham dopo meno di due minuti. La curiosità è che Milan e Inter hanno segnato due gol quasi identici per la lunga elaborazione. Il Milan prendendo palla al 45'18" e chiudendo l’azione col destro micidiale di Abraham al 46'35", con 22 tocchi interrotti solo da due respinte sbagliate di testa da Darmian e Thuram. Un giro palla di 1'17", con l’Inter incapace di fermarlo, una stranezza per la squadra di Inzaghi. Stesso gol per l’1-1 con un altro destro terrificante, quello di Calhanoglu. L’azione è iniziata al 65'18" e si è conclusa al 66'07", quasi un minuto con 14 tocchi e anche in questo caso con due respinte sbagliate di Gabbia e Jimenez. 

C’è stata partita, finalmente. Fine della tattica, dell’attesa, dei timori, Milan e Inter sono diventate più intraprendenti. Reijnders è stato l’uomo che ha spinto la sua squadra davanti all’area interista, Mkhitaryan ha fatto lo stesso (col percorso inverso, ovviamente) appena è entrato. Si rivedranno il 23 aprile e non potranno perdere altro tempo. Il Bologna (dopo il 3-0 di Empoli) sta già aspettando una milanese in finale. 

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