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Euro 2016, l'Italia è pronta per il Belgio: rifinitura intensa

La Nazionale in partenza per Lione. Stamattina due ore di lavoro intenso. La squadra è quella annunciata (3-5-2): Buffon; Barzagli-Bonucci-Chiellini; Candreva-Parolo-De Rossi-Giaccherini-Darmian; Pellè-Eder

LIONE - La Nazionale è in partenza da Montpellier per Lione, dove atterrerà alle 19, per poi raggiungere lo stadio Olympique Lyonnais, dove è previsto solo un sopralluogo del nuovo impianto. Del resto la Nazionale ha lavorato intensamente stamattina. Antonio Conte ha svolto una lunga sessione di lavoro: due ore tra seduta video e preparazione tecnico-tattica. Molto più di una semplice rifinitura, insomma. La squadra testata è quella già annunciata (a meno di sorprese in extremis), organizzata con il 3-5-2 contiano, articolato con le scalature in un 4-4-1-1 in fase di non possesso e in un 3-3-4 quando gli azzurri attaccano. L’Italia anti Belgio prevede Buffon in porta, la linea difensiva composta da Barzagli-Bonucci-Chiellini; a centrocampo regia affidata a De Rossi, con Parolo e Giaccherini interni, e Candreva e Darmian esterni; coppia d’attacco Pellè-Eder. Possibile l’inserimento di El Shaarawy, Zaza e Sturaro durante il match, a seconda delle situazioni.

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UN’ALTRA ITALIA - Rispetto a sette mesi fa (13 novembre 2015 a Bruxelles) sarà una Nazionale diversa nell’assetto e in parte negli uomini. In quel momento il sorprendente Belgio di Wilmots aveva raggiunto il primo posto del Ranking Fifa, e quindi il test novembrino doveva servire a capire il reale valore della Nazionale contro una grande del calcio mondiale. Quella sera finì 3-1, nonostante l’illusione iniziale confezionata da Candreva, subito ripreso da Vertonghen, prima della severa punizione nel finale, firmata De Bruyne-Batshuayi. Quella di Bruxelles era unItalia che prevedeva il 4-4-2/4-2-4, uno degli schemi cari al Conte delle origini, quello prejuventino, riproposto in Nazionale dopo oltre un anno di varianti. Oltre all’inamovibile Buffon, due soli centrali difensivi, Bonucci-Chiellini (con Barzagli “cambio” del primo), due esterni bassi, Darmian-De Sciglio, due alti, Florenzi-Candreva, in mezzo al campo Marchisio e Parolo, coppia d’attacco Pellè-Eder. Se al posto del centrocampista laziale fosse stato presente Verratti (anche allora assente) ecco che avreste avuto l’Italia “ideale” per la Francia che allora aveva in testa Conte. E che aveva apprezzato in Azerbaigian un mese prima, nel giorno della qualificazione anticipata, con Verratti e senza Marchisio in quel caso, partita a quei tempi considerata della svolta sotto molti punti di vista. Il ct non pensava già più a Pirlo mentre De Rossi e Thiago Motta erano fuori dal suo piano europeo. Poi è accaduto che gli infortuni hanno privato Conte proprio della coppia di centrocampisti titolari, Marchisio-Verratti (l’uomo del 10), ai quali si è aggiunto proprio in extremis il ko di Montolivo. Ma a questo punto Conte aveva già ripensato la squadra, dopo i due test di marzo, quello positivo contro la Spagna a Udine, affrontata con il 3-4-3 e quello shock di Monaco contro la Germania, ultima uscita di quel modulo, prima della riconversione al 3-5-2, lo schema della sicurezza contiana e dei suoi trionfi bianconeri.

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