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Razzismo, cori allo svedese Isak: interrotta Romania-Svezia

AFPS

Ancora uno stop ad una partita per i cori discriminatori. E' successo a Bucarest durante la gara di qualificazione ad Euro 2020. Il ventenne attaccante della nazionale scandinava: "Meglio ignorarli"

ROMA - Nella partita vinta dalla Svezia contro la Romania a Bucarest (2-0), che vale agli svedesi la qualificazione ad Euro 2020, c'è stato ancora un episodio di razzismo che ha portato all'interruzione di una partita. "Dopo aver segnalato all'arbitro i cori contro di me, ho accettato di ricominciare a giocare: credo che non dobbiamo dare retta a queste persone, è meglio ignorarli" ha parlato così Alexander Isak, 20enne attaccante svedese di origine eritrea, che al minuto 78' della partita, quando la sua squadra era già avanti di due gol, ha subito diversi cori razzisti da parte dei tifosi di casa. Il giocatore della Real Sociedad aggiunge: "Ovviamente fa male, è un peccato, ma eravamo preparati a qualcosa del genere". Dopo che l'arbitro italiano Orsato aveva bloccato la partita, fatto leggere l'avviso e ripreso il gioco allo stop dei cori, Isak ha accettato di ricominciare a giocare e spiega con queste parole i suoi motivi: "Ho sentito alcune urla razziste dagli spalti e ho chiesto all'arbitro se avesse sentito cosa stava succedendo. Non aveva sentito nulla. Pochi minuti dopo ha interrotto la partita e ha chiesto che lo speaker leggesse l'avviso al pubblico: ne abbiamo parlato, la partita è ripresa e io ero d'accordo. Non permetto che cose del genere mi influenzino. È meglio ignorarlo. Ci saranno sempre degli idioti in giro, è meglio non dare loro l'attenzione che stanno cercando".

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