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Sensi: Inter per lo scudetto. Che duello con l'amico Barella

Il centrocampista ora in Nazionale ha parlato di tutto: «Conte mi ha già cambiato in meglio. Essere piccolo non conta: mi sento un po' spagnolo nel gioco. Con Nicolò solo una sana rivalità che ci farà bene. L'addio di Icardi? Non è una liberazione: noi pensavamo solo a lavorare».

BOLOGNA - Concetti geometrici. E non potrebbe essere diversamente per una testa pensante e un piede sapiente come il suo, a dispetto di un fisico non certo gladiatorio, con i suoi 168 centimteri soprattutto cerebrali. Stefano Sensi ha parlato di molte cose qui a Bologna, ritiro azzurro pre Armenia e Finlandia. Soprattutto di Inter: «Sono molto contento per il mio inizio nerazzurro. Dico grazie alla squadra che mi ha fatto subito sentire parte di sé. Sto vivendo un sogno di babmbino. Grazie anche a Conte, uno dei migliori tecnici che ci siano: la sua mentalità vincente mi ha già contagiato. Mi sento già migliorato, anche se so di dover lavorare tantissimo. Mi aspetto molto da me stesso, come sempre. Adesso sono in Nazionale, con Mancini. Tra loro due il punto comune è la voglia di vincere. Qui cerchiamo di sfruttare il fraseggio, nell’Inter si punta più a giocare in verticale».

Sensi: Mi sento un regista. Mi gioco il posto con l'amico Barella

Pensando a questo, Sensi ha spiegato da dove nasca la sua forza: «Il fisico non è tutto nel calcio moderno, conta l’atletismo e in questo caso anche uno come me può essere forte, pensando veloce. Vero, c’è qualcosa di spagnolo nel mio modo di stare in campo, e i paragoni a giganti come Iniesta o Xavi mi riempiono di orgoglio. Ho sempre detto che mi sento un regista ma anche da mezz’ala mi sto trovando bene. E in fondo si finisce anche per giocare tra le linee, da trequartista. Adesso in azzurro come in nerazzurro mi gioco un posto con Barella, un amico. La nostra sarà sempre una sana rivalità, che non può che farci bene».

L'addio a Icardi? All'Inter lavoriamo per vincere lo Scudetto

Sensi ha anche spiegato il suo punto di vista a proposito della vicenda di calcio mercato più clamorosa della storia recente in materia: «La partenza di Icardi? Noi in tutto questo periodo abbiamo pensato soprattutto a lavorare. Non direi che è una liberazione. La storia riguardava lui e la società. All’Inter stiamo lavorando per vincere lo scudetto come qui stiamo lavorando per vincere l’Europeo».

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