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Euro 2020, Mancini fa l'Italia: "Sarà dura lasciarne fuori due"

Getty Images

A trent'anni dallo scudetto conquistato con la Sampdoria e a pochi giorni dal debutto a Euro 2020, il ct ospite in tv a 'Che tempo che fa' con il capo delegazione Vialli: "È stato già difficile ridurre la lista a 28, giocheremo il torneo per vincerlo"

ROMA - Trent'anni dopo lo scudetto conquistato con la Sampdoria, Roberto Mancini e Gianluca Vialli cercano un'altra impresa in coppia. Non lo faranno più nelle vesti di fantasista e bomber (allora erano soprannominati i 'gemelli del gol') ma da Ct e da capo delegazione dell'Italia che si appresta a disputare l'Europeo.

I 'gemelli del gol' fanno rotta sugli Europei

E dopo aver diramato la lista dei 28 pre-convocati azzurri, prima degli ultimi due 'tagli' che porteranno la lista definitiva a 26 nomi, proprio Mancini non nasconde la sua fiducia nel gruppo e il suo ottimismo durante la puntata odierna di 'Che tempo che fa' su Rai Due: "È stato difficile lasciare fuori sei ragazzi dal primo pre-raduno, sarà altrettanto complicato lasciare fuori gli ultimi due: sono tutti ragazzi che meritano di stare in lista. Le rivali più pericolose? Quelle che sono partite un po' prima di noi con il loro progetto e hanno quindi un po' più di esperienza - spiega il commissario tecnico - come la Francia, il Portogallo, il Belgio che da anni è primo del ranking o l'Inghilterra, ma l'Italia deve sempre partire con l'obiettivo di raggiungere il massimo risultato". E a dare una spinta in più agli azzurri saranno i tifosi, che pur in numero ridotto saranno sugli spalti nel match inaugurale contro la Turchia (Svizzera e Galles le altre avversarie del girone) in programma allo stadio Olimpico di Roma: "Non saranno solo tifosi italiani - dice Vialli - ma di certo riavere dopo tanto tempo il pubblico di nuovo dopo al proprio fianco caricherà i ragazzi a molla".

I 30 anni dello scudetto della Sampdoria

La speranza è che il 'Mancio' sia riuscito a ricreare l'atmosfera che nella Genova di inizio anni '90 portò la Sampdoria a vincere uno scudetto che dopo quella volta è rimasto sempre nelle città di Torino, Milano e Roma: “Sarebbe più bello se accadesse più spesso - dice Mancini - ma oggi sembra ancora più difficile di allora quando il merito, oltre che di Paolo Borea (che era il direttore sportivo, ndr) e di mister Boskov, fu soprattutto di Paolo Mantovani che creò un gruppo di giovani che erano bravi calciatori e amici anche fuori dal campo". D'accordo con lui Vialli: "Il presidente era riuscito a mettere insieme una squadra di professionisti e a coinvolgerli totalmente, per noi era comune un papà e per questo noi scendevamo in campo con l'elmetto e dormivamo col pigiama della Sampdoria. Detto questo poi, oltre al senso di responsabilità e di appartenza, eravano una squadra fortissima". Caratteristiche che non sembrano mancare nemmeno all'Italia che si appresta a giocarsi l'Europeo: "I ragazzi sono bravi - assicura il ct Mancini - e sono tranquillo. Alcuni giocatori non sono al meglio dal punto di vista fisico, ma siamo una squadra forte e ci divertiamo: ci sono tutti i presupposti per fare un buon Europeo".

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