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Lione, i tifosi insistono: «A Roma trattamento indegno»

LaPresse
Comunicato degli ultrà francesi contro le autorità italiane. La Questura aveva già replicato: «Pericolosi, controllati secondo la legge»

«PROCEDURA DEGRADANTE» - "Solo decine di minuti dopo, grazie all'aiuto del Lione e dei poliziotti che abitualmente ci acompagnano, abbiamo ottenuto di non essere sottoposti a questa procedura degradante -scrivono ancora i supporter del club francese-. Il tempo perso ci ha però impedito di assistere al fischio d'inizio e, ovviamente, al gol della nostra squadra. Vogliamo rivolgere un saluto ai membri della nostra associazione per aver mantenuto il sangue freddo davanti a queste provocazioni inutili e gratuite, e a tutti i tifosi del Lione per il comportamento tenuto durante tutta la giornata, nonostante un clima decisamente poco collaborativo instaurato dalle autorità locali".

«COME A SIIVIGLIA» - "Questa giornata -conclude il comunicato- ci ha fatto tornare alla memoria il brutto ricordo della trasferta di Siviglia (gara di Champions League dello scorso settembre caratterizzata da scontri con la polizia locale). Sarebbe il caso che l'Uefa si preoccupasse non solo di reprimere il tifo, ma di armonizzare e agevolare le condizioni delle trasferte perché, malgrado tutto, queste restano una fonte di guadagno per i club coinvolti".

LA REPLICA - Dopo le accuse di venerdì scorso, la Questura aveva fatto arrivare questa replica: «Eravano di fronte a sostenitori del Lione che una settimana prima in Francia si erano resi protagonisti di atti violenti. Hanno danneggiato gravemente mezzi che erano stati messi loro a disposizione per andare gratuitamente allo stadio, un vetro sfondato ha rischiato di ferire gravemente un nostro operatore. Sono persone individuate come pericolose, filtrate e controllate secondo la legge italiana. E giova ricordare che i palpeggiamenti cosiddetti privati, non hanno certo altri scopi, se li fa la polizia, che non siano quelli tesi a capire se nelle parti intime vengano nascoste cose che allo stadio non possono entrare».

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