Tre errori gravi dopo poco più di dieci minuti hanno messo fuori la Roma dall’Europa League. L’autore dei primi due, in ordine cronologico, è un insospettabile, Mats Hummels, finalista di Champions League nella scorsa stagione: passaggio debole e orizzontale intercettato da Sannadi, e già questo non va bene; intervento in scivolata sullo stesso attaccante basco un secondo dopo aver perso quella palla, quando dovrebbe/potrebbe inseguirlo e accompagnarlo non essendo, Sannadi, un fulmine di guerra; fallo di Hummels ed ecco l’ultimo errore, il più grave, dell’arbitro Turpin: rosso per aver interrotto una chiara occasione da gol. Una chiara occasione da gol nel cerchio di centrocampo è una generosa, meglio fantasiosa, prospettiva dilatata nel tempo e nello spazio, il tempo che Mancini avrebbe avuto per recuperare visto che la palla stava filando nella sua direzione e lo spazio che separava Sannadi dall’area romanista. Ricorderete l’attacco di Ranieri all’arbitro di Porto-Roma, il tedesco Stieler. Aveva tirato in mezzo Rosetti («ma come fa a mandare un arbitro così? Aveva già mandato Taylor alla finale dell’Europa League»). La multa vera, per Ranieri, è arrivata ieri sera. Nel dopo partita, il tecnico tuttavia ha evitato ogni polemica.
È andata così, con quel terribile rammarico per il doppio inconcepibile errore del tedesco, unito a quello decisivo del francese Turpin. La mezz’ora successiva è stata un arrembaggio dei baschi e in quei trenta minuti la Roma ha retto con una difesa a oltranza. Cuore e testa, la squadra di Ranieri ha resistito fino a pochi secondi dall’ultimo minuto di recupero, poi Nico Williams ha piazzato il suo primo colpo (con una deviazione di Angeliño) e all’intervallo l’Athletic aveva già pareggiato il conto con l’andata.
La notizia è che dopo l’espulsione Ranieri non ha fatto cambi, lasciando Dybala e Baldanzi dietro a Dovbyk. Da trequartisti, i due erano diventati mediani, l’intento era quello di spezzare l’assedio spagnolo con la loro tecnica, la Roma non poteva stare tutta dietro per una partita intera. Ma mentre Baldanzi e Dybala hanno capito che tipo di partita si stava giocando, Dovbyk proprio non c’era, non riusciva a tenere una palla e la sua funzione di primo difensore era inconsistente. È un ragazzone incapace di approfittare del suo fisico.
Ranieri ha aspettato ancora un po’ per i cambi e quando ha deciso che era arrivato il momento non ha messo Koné o Pisilli ma un altro fantasista, Soulé, al posto di Dovbyk: anche l’allenatore si era stufato del niente che l’ucraino aveva dato alla squadra. Tre giocatori tecnici, Dybala, Baldanzi (ammirevole per l’applicazione) e Soulé, tutti insieme in una partita folle per una decina di minuti. Poi l’argentino e l’ex empolese, stremati da un’ora di battaglia, sono stati sostituiti da Shomurodov (in cinque minuti ha fatto tutto quello che a Dovbyk non era riuscito: tiro in porta e recupero palla) e Pisilli. Non era facile uscire da quell’inferno, ma, espulsione a parte, l’episodio più difficile da buttar giù è che il secondo gol è arrivato da un angolo e non da un’azione di gioco. Fino a quel momento la Roma era stata così attenta e concentrata che non c’era da aspettarsi una distrazione su palla ferma. Ma una squadra che ha cuore, che ha rabbia, che ha orgoglio sa reagire anche e soprattutto in momenti del genere, il 3-0 era troppo pesante e all’ultimo minuto, col furore di chi si sente ferito ma non finito, El Shaarawy si è procurato il rigore che Paredes ha trasformato nel 3-1.
Merito all’Athletic e al quel fenomeno di Nico Williams che nell’ultimo Europeo fece letteralmente impazzire l’Italia. Ieri ha segnato una doppietta, la seconda rete è stata un capolavoro, questo giocatore è fantastico. Chiedere informazioni a Di Lorenzo...