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Stadio della Roma, nove arresti: c'è anche Parnasi

Blitz dei Carabinieri questa mattina per un'indagine coordinata dalla Procura: accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Tra i nomi anche quelli del vicepresidente del Consiglio Regionale e il presidente di Acea. Progetto ora può stopparsi. Il pm: «Il club non c'entra»

«LA ROMA NON C'ENTRA» - "Un modello di corruzione sistematica, caratterizzata da un'opzione criminale insensibile ai mutamenti politici e istituzionali ed alla scelta di favorire, a qualsiasi livello e con le utilità più diverse, i rappresentanti delle istituzioni che a vario titolo presidiano nell'interesse della generalità i settori in cui si imbatte l'operatività del gruppo talvolta, al prezzo di una corruzione pulviscolare". Lo scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell'ordinanza di custodia cautelare dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma.

«L'As Roma e la sindaca Raggi non c'entrano nulla con l'inchiesta». È quanto precisa il procuratore aggiunto Paolo Ielo in conferenza stampa dopo l'operazione che ha portato a 9 arresti e che vede indagate 27 persone e che potrebbe portare allo stop dell'intero progetto modificato. Proprio ieri era scaduto il termine per presentare le osservazioni al progetto e si era fissata la scadenza per le controdeduzioni per le quali è stato dato un tempo di 30 giorni. A metà luglio sarebbe prevista la delibera col progetto variato da inviare alla Regione Lazio per l'ok definitivo. Ma ora arresti e indagini potrebbero imporre lo stop al progetto. Soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti, assunzioni e consulenze. Così il gruppo Parnasi, secondo l'accusa, foraggiava i politici e pubblici ufficiali con un metodo corruttivo che gli inquirenti definiscono come "asset di impresa".

PARNASI: SOLDI NELLE ELEZIONI - "Io spenderò qualche soldo sulle elezioni... che poi con Gianluca vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici eccetera... anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare...". E' quanto avrebbe detto l'imprenditore Luca Parmasi, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, in una conversazione con altri arrestati contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare di quasi 300 pagine firmata dal gip Maria Paola Tomasello. L'imprenditore avrebbe poi aggiunto che si trattava di un "investimento" "molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto però la sostanza che la mia forza è quella che alzo il telefono..."

L'ASSESSORE MILANO RIGETTO' OFFERTA CORRUZIONEL'imprenditore Luca Parnasi e gli uomini del suo gruppo puntavano ad esportare il suo sistema corruttivo a Milano. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare. Il gruppo puntò a corrompere l'assessore all'urbanistica di Milano, Pierfrancesco Maran, proponendogli l'acquisto di una casa. Un tentativo caduto nel vuoto perché Maran respinse la "proposta in modo sdegnato". In una intercettazione gli uomini del gruppo Parnasi dicono: «Siamo andati a parlare con l'assessore Maran, gli abbiamo proposto un appartamento ma lui ha risposto di no dicendo che lui 'non voleva prendere per il c... chi lo ha votato'. Abbiamo fatto una brutta figura, sembravamo i romani dei film quando vanno a Milano».'

IL BLITZ - Nove arresti dei Carabinieri nell'ambito di un'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, su un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell'ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo Stadio della Roma. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale capitolino hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal gip di Roma, nei confronti di nove persone, di cui sei in carcere e tre ai domiciliari. Gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti. Sono in corso perquisizioni dei carabinieri nella sede della società dell'imprenditore Luca Parnasi. Nove arrestati, politici, consulenti e costruttori, e 27 indagati. Tutti si sono occupati in maniera diretta e indiretta della variante del primo progetto, quello a firma dell'assessore all'urbanistica della giunta Marino, Giovanni Caudo. In carcere sono finiti: Luca Parnasi, imprenditore e i suoi collaboratori Luca Caporilli, Simone Contasta, Naboor Zaffiri, Gianluca Talone e Gianluca Mangosi. Ai domiciliari Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio Regionale di Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale del Pd, Luca Lanzalone, presidente Acea e consulente per M5S sullo stadio.

L'inchiesta sullo stadio della Roma, che ha portato all'arresto di nove persone, riguarda il progetto modificato e approdato poi in conferenza dei servizi con l'abbattimento delle cubature rispetto al progetto originario. Lanzalone tra il gennaio e il febbraio del 2017 fu consulente per il Campidoglio e si occupò di una mediazione con la società di Parnasi che acquistò i terreni dell'ippodromo di Tor di Valle, che dovrebbe ospitare lo stadio, dalla società Sais. La mediazione portò appunto ad un taglio delle cubature: furono soppresse le due torri ma anche le infrastrutture a servizio come il prolungamento della Metro B e il ponte sul Tevere. Per la Regione si occupò del progetto Michele Civita, allora assessore all'urbanistica.

Ieri il post su Fb della sindaca Raggi: «Stadio Roma sempre più vicino»

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