ALL'ITALIA HO LASCIATO CROCIATO E CAVIGLIA - «Alla Nazionale ho pagato dazio con un crociato rotto e la frattura della caviglia. Ma va bene così. Giocare in Azzurro è il sogno di tutti». A dirlo, il ct della Nazionale. È stato Antonello Piroso, conduttore del talk show, a ricordare a Conte il brutto intervento subito ad opera del giocatore romeno Hagi in occasione di una gara dell'Europeo del 2000. «Perdevano 2-0 - ha ricordato Conte - e quello fu un fallo di frustrazione che mi fratturò la caviglia. Da allora non ho più visto Hagi».
L'INIZIATIVA DEL KOA BOSCO - Oltre a Conte e Fiona May, il palco del Casalinuovo ha visto una presenza particolare e significativa proprio per il messaggio che vuole lanciare: i giocatori del Koa Bosco, squadra interamente costituita da giovani migranti africani, molti dei quali giunti in Italia a bordo dei barconi della speranza, e riuniti nella tendopoli di San Ferdinando. Una squadra nata dalla volontà di un sacerdote come sfida di integrazione concreta. Sfida raccolta dalla Figc che ha voluto lanciare un messaggio agli sportivi dopo che i giovani migranti, in alcune gare della terza categoria dove militano, sono stati fatti oggetto di offese razziali. Con loro l'allenatore Domenico Mammoliti e il direttore generale Domenico Bagalà ed i calciatori del Catanzaro (Lega Pro) Domenico Giampà e David Yeboah. Quest'ultimo è arrivato al calcio professionistico dopo essere stato notato sul lungomare di Castellamare di Stabia dopo essere arrivato nel nostro Paese a bordo di un barcone. Durante il talk show sono stati espressi concetti semplici quali "il razzismo è un frutto amaro dell'ignoranza", "la paura del diverso è figlia di esempi sbagliati e di mancanza di cultura", "nessuno nasce razzista, ci si diventa", per spiegare ai giovani perchè bisogna dire no al razzismo. Concetti accompagnati da trailer di film, musica e l'intervento comico di Enzo Colacino.