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Trap: «Conte è come me. Che bello fare il telecronista»

ANSA

L'ex ct azzurro: «Sicuramente in Italia manca un numero uno assoluto»

ROMA - Dopo le prime esperienze come commentatore tecnico per le partite della Nazionale dell’Italia in Rai, Giovanni Trapattoni sembra essere a suo agio nel nuovo incarico e, visto il tono divertito, potrebbe sicuramente continuare: «Non provo sensazioni strane per questo ruolo. Durante la telecronaca esprimevo semplicemente dei pensieri su ciò che vedevo. Mi sono divertito e mi stupisco che ci sia meraviglia per il mio impiego in Rai da parte di molti tifosi».

IL PARAGONE – Da tempo Conte viene paragonato a lui per lo stile di gestire le partite e per le movenze in panchina. A tal proposito Trapattoni chiarisce: «Mi rivedo in lui. Sono stato il suo allenatore e posso dire che è un ragazzo che sente le tensioni come le sentivo io. E’ normale e logico esaltarsi ai gol, sicuramente non si può dire che siamo due tipi all’inglese».

SUL CAMPIONATO – Dopo le prime due giornate di Serie A, Trapattoni tenta di fare il punto sul campionato: «Questa Juventus mi sembra un po’ camaleontica, ma difficile di scardinare. Mancini e Garcia, però, possono incidere sul campionato dopo aver trovato la quadratura con Roma e Inter: le squadre sono bene attrezzate. La stagione sarà condizionata, come sempre, dagli infortuni e dagli impegni con la nazionale, quindi bisognerà vedere chi avrà il migliore stato di forma».

TALENTI – Sempre di più in Italia si parla di mancanza di giovani talenti, che possano ripercorrere quanto fatto da altri calciatori del passato. Trapattoni, però, precisa: «E’ un errore cercare la copia. Ognuno deve avere una sua personalità. Sicuramente in Italia manca un numero uno assoluto. Ma anche in passato solo Maradona riusciva a fare i gol da solo, gli altri dovevano essere tutti sostenuti».

CENTROCAMPO AZZURRO – Con Pirlo ormai avviato verso il ritiro, molti vedono in Verratti il suo sostituto naturale. Trapattoni, però, dichiara: «E’ un giocatore molto dinamico, mentre Pirlo sembra essere ancora un punto di riferimento. Penso che Andrea abbia fatto bene a chiudere da vincitore in Europa, un po’ come ha fatto Platini ai suoi tempi».

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