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Di Biagio fa l'Italia: «Nessun favore, Buffon mi serve. Balotelli? Lo seguo...»

Il ct "ad interim" ha parlato del capitano e dell'attaccante del Nizza, ma anche di Verratti: «È un patrimonio da tutelare, spero di farlo giocare anche in maniera diversa»

ROMA - Gigi Di Biagio ancora non sa quanto rimarrà alla guida dell'Italia ma ragiona da ct e non è certo stato chiamato a Coverciano a fare "beneficenza". Questo ha tenuto a sottolineare l'ex selezionatore dell'Under 21, promosso sulla panchina della Nazionale maggiore dopo le dimissioni di Gian Piero Ventura e in corsa con Antonio Conte e Roberto Mancini per quello che dovrà essere il nuovo corso azzurro. «Io non sto facendo nessun favore a Buffon - ha detto il commissario tecnico nell'intervista esclusiva ad Alessandro Antinelli per "Il sabato della Ds", in onda questa sera alle 23.00 su Rai2 -. Buffon mi serve in campo, perché è un grande portiere. Poi se non dovesse giocare mi servirà per quello che rappresenta fuori dal campo. I giocatori non sono tutti uguali. L'allenatore che dice che i giocatori sono tutti uguali non dice la verità. E Buffon non è uno come gli altri».

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BALO E VERRATTI - Il commissario tecnico ad interim - che si prepara alle due amichevoli del 23 e del 27 marzo, con l'Argentina a Manchester e con l'Inghilterra a Wembley -  parla anche di Balotelli e Verratti e del loro possibile futuro azzurro. Del primo dice: «Ero a Nizza qualche giorni fa per vederlo. Sta facendo tanti gol, sta facendo bene. Se lo convocherò? Vediamo. Per essere convocati non contano solo i gol: contano quelli, più le prestazioni e il comportamento. Lui è sotto la lente di ingrandimento. Lo stiamo seguendo». Su Verratti, invece, spiega: «È uno dei più forti del calcio italiano. Da lui ci si aspetta sempre qualcosa di più e per questo viene giudicato sempre in maniera molto seria. È un patrimonio del nostro calcio e va tutelato. Voi da fuori, noi da dentro dobbiamo assecondarlo e aiutarlo. Spero che da marzo riuscirò a farlo giocare bene. Anche in maniera diversa? Vedremo»

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JUVE E NAPOLI - Po?i c'è spazio anche per un pensiero ai Mondiali mancati: «La mia missione è quella di ridare entusiasmo a un movimento, a una nazione che dopo quanto accaduto è ovvio sia depressa. Ho visto le lacrime dei calciatori, io so cosa significa. La mia storia è fatta anche di lacrime, so cosa significa. Capiremo a giugno cosa significa non andare al mondiale». Un'ultima battuta è per l'entusiasmante duello scudetto a cui stanno dando vita la Juventus e il Napoli: «La Juventus ha la capacità di arrivare fino in fondo in Champions League: col Tottenham è riuscita a restare in partita e a colpire nel momento giusto. Il Napoli mi piace da morire. Per il calcio che fa, come gioca nell'insieme, i movimenti in campo. Non è possibile però che una Nazionale giochi come il Napoli, non c'è il tempo per fare quel tipo di lavoro».

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