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Olimpico col pubblico o Roma perde l'Europeo

Bartoletti

Ceferin chiede garanzie ai paesi ospitanti: spalti occupati almeno per il 20% e impegno dei governi. La scadenza limite è il 7 aprile

 

Quando gioca la Nazionale, soprattutto se in ballo c’è l’accesso a un Mondiale, tutta la struttura federale, a partire dal presidente Gravina, è concentrata sul campo. Mai come in questo momento però la Federcalcio sta lavorando a un altro obiettivo: quello del prossimo Europeo con lo stadio Olimpico (destinato ad ospitare le tre partite iniziali dell’Italia e un quarto di finale), aperto al pubblico in modo significativo. Da un minimo di 12 mila spettatori fino al sogno accarezzato di 30mila presenze. Cifra che in questo momento può apparire quasi provocatoria ma che potrebbe essere raggiunta davanti a una campagna vaccinale finalmente coerente con le esigenze del Paese. Ricordando comunque che Euro 2020/1 nella Capitale o sarà “aperto” o non sarà. In Federazione l’ottimismo c’è e si basa evidentemente su assicurazioni definitive da parte delle autorità. La partita politica però è veramente di dimensioni continetali. Ma andiamo con ordine, perché questo traguardo deve passare attraverso un percorso che ha tempi stretti a partire dalla prima scadenza ineludibile: quella del prossimo 7 aprile.

Stadi aperti con quota minima del 20-25% della capienza

Quella è la data ultima in cui le Federazioni delle 12 città destinate ad ospitare il torneo nella sua prima declinazione itinernate, devono far arrivare alla Uefa una rassicurazione scritta sulla certezza di aprire i rispettivi stadi secondo la quota minima richiesta del 20-25% della capienza. Chiaro che l’impegnativa deve essere garantita dal singolo governo, visto che in ballo ci sono salute e mobilità dei cittadini. Il 19 aprile prossimo poi l’Esecutivo Uefa (al quale è candidato anche Gravina) ratificherà programma e sedi definitive, che saranno annunciate il giorno dopo nel Congresso. Per quel che si sa ad oggi, nessuna delle località previste dovrebbe rinunciare (si era parlato di Bilbao, Dublino, Glasgow). In quel caso la Uefa tra il 7 e il 19 aprile avrebbe modo di riprogrammare il torneo. Ma non dovrebbe essercene bisogno.

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