Fuori dagli schemi, attraente, quasi misteriosa. Così nasce e comincerà a prendere forma l’Italia di Spalletti. Oggi si apre il ritiro di Coverciano, conferenza stampa del ct e primo allenamento. Sono trascorsi tre anni dal titolo di Wembley e nove mesi esatti dall’ingresso dell’ex tecnico del Napoli al posto del dimissionario Mancini. Un vento nuovo, pieno di curiosità, accompagna la Nazionale. In Germania ci presenteremo da campioni uscenti e senza l’etichetta di favoriti. L’onta dell’eliminazione dal Mondiale in Qatar ha ridotto, non di poco, le aspettative. Può essere un vantaggio, ma superare il girone con Albania, Spagna e Croazia non è scontato. Manca il fuoriclasse, un vero numero 10 e il ct ha scelto la mozione dei sentimenti - “convocando” Totti, Baggio, Del Piero, Antognoni e Rivera accanto agli azzurri - per stimolare il senso di appartenenza e di responsabilità. La testa conta quanto il campo. Il talento, distribuito tra diversi buoni giocatori, esiste: andrà esaltato, come succedeva nel suo Napoli, attraverso la disponibilità al sacrificio e un’organizzazione di gioco non troppo rigida.
Italia, niente modulo fisso
Un’Italia senza un modulo fisso e poco leggibile dal punto di vista tattico non si è mai vista. Dieci giorni di preparazione e due amichevoli dovranno bastare a Spalletti per incidere e mettere in pratica l’idea. Il resto toccherà alla capacità degli azzurri di compattarsi, creando un gruppo d’acciaio. Buffon, campione del mondo a Berlino nel 2006, sorveglierà lo spogliatoio. Si può essere moderni nel solco della tradizione.