"Non è vero che chi spende di più vince"
“L’approccio allo sport è coinvolgente ed emotivo, basti pensare alle immagini dei bambini che piangevano per una sconfitta della loro squadra", spiega il numero uno del club nerazzurro. "Questo è un patrimonio da salvaguardare, lo sport è necessario per l’essere umano ma è anche un punto di convergenza di tante emozioni e questa cosa va tutelata. Che impatto ha l’economia? Io resto convinto che l’equazione chi più spende, più vince non sia vera. All’interno di qualsiasi disciplina servono il senso di appartenenza per la maglia che indossi, la passione, la grande cultura del lavoro, la grande competenza, che unite alle motivazioni portano i risultati. I soldi sono importanti, ma oggi c’è una parola ormai strausata che è sostenibilità, che si può raggiungere con un percorso virtuoso. Non sempre si può trovare il mecenate come una volta, che a fine anno copriva di par suo i costi perché bisognava vincere".
"Lo sport abbatte tutte le barriere, quando l'Inter ha vinto lo scudetto..."
"Oggi si delinea prima un bilancio e un business plan, dopodiché si raggiungono i risultati. Lo sport abbatte poi ogni tipo di barriera, che sia religiosa, politico o culturale", sottolinea Marotta. "Quando abbiamo vinto la seconda stella sono rimasto allibito dal vedere 500mila persone sparse sul percorso che il pullman stava facendo per arrivare al Duomo. E vedevi famiglie con padri, madri e figli anche cittadini stranieri, diversi per etnie, tutti con le maglie dell’Inter. Lo sport unisce, è un patrimonio che va salvaguardato”.