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San Claudio Ranieri, pensaci tu. Quest'Italia è uno strazio senza fine

Amorfa, spenta, lenta, messa in difficoltà dalla Moldova, n.154 del ranking Fifa che non avrebbe meritato di perdere. Invece, Raspadori e Cambiaso hanno firmato i primi 3 punti nel girone dove la Norvegia vola rispetto alle tartarughe azzurre. Spalletti meritava un altro congedo

Avanti adagio, quasi indietro. Le tartarughe azzurre muovono faticosamente i primi tre passi nel girone di qualificazione, mentre i vichinghi volano: Haaland in Estonia ha colpito ancora, la Norvegia ha inanellato la quarta vittoria di fila, viaggia a punteggio pieno, è a +11 nella differenza reti e il Mondiale la chiama già. Dopo l'umiliazione di Oslo e il surreale siluramento di Spalletti, primo ct ad andare in panchina da esonerato, a Reggio Emilia ci si aspettava che la Nazionale salutasse il selezionatore in ben altro modo. Quantomeno, per una reazione d'orgoglio alla tempesta di critiche e di improperi scatenata dalla vergogna dell'Ullevaan Stadion. Macché. La differenza rispetto al 6 giugno l'ha fatta una vittoria immeritata al confronto di una batosta meritata. La dignitosa Moldova, n.154 nel ranking Fifa, aveva preso 5 gol dalla Norvegia e 3 dall'Estonia, eppure è riuscita a mettere in difficoltà l'Italia, creando un numero di occasioni superiore e non concretizzandole per l'insipienza dei suoi attaccanti. Il gol annullato a Nicolaescu per fuorigioco, dopo soli 11 minuti, aveva fatto capire quale sarebbe stato la musica triste e monotona che gli azzurri avrebbero suonato, dopo essere stati salvati dal Var e deprimendo i 18.751 paganti eroicamente sugli spalti dello stadio Città del Tricolore.

Italia, Tricolore bistrattato: Ranieri pensaci tu

Ecco, il Tricolore: questi giocatori lo portano sul petto, ma, una volta di più, l'hanno bistrattato con una prestazione scialba, spenta, grigio manifesto di una squadra amorfa che trova nella mediocrità la sua espressione migliore. Spalletti ha dato l'anima alla Nazionale, purtroppo con scarsi risultati. A lui va riconosciuto lo stile con il quale si è congedato, incurante anche dei fischi emiliani. Dopo la venticinquesima e ultima partita della sua gestione, l'ormai ex ct non ha voluto infierire sulla squadra, appigliandosi al logorio del calcio moderno, chiedendo a se stesso come non fosse stato possibile "che su 25 ce ne fossero stati 18 con problemi o dolorini", ragion per cui l'Italia è arrivata a metà giugno con il fiato corto. L'hanno visto tutti. Il problema è che la stanchezza, gli infortuni e altre paturnie in questo periodo assillano tutte le Nazionali, epperò ce ne sono alcune (Portogallo, Spagna, Norvegia) che evidentemente sanno come regolarsi perché giocano a calcio. Quest'Italia no. E' scivolata sempre più in basso, maledettamente spegnendo l'entusiasmo dei suoi tifosi che non meritano un simile obbrobrio. San Claudio Ranieri, pensaci tu, sei l'unico che possa ribaltare la situazione. Perché se non ci riesci tu, non ci riesce nessuno.

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