Ranieri, elogio della coerenza e degli impegni presi e mantenuti
Ogni allenatore desidera allenare la Nazionale e, di certo, Sir Claudio è fra questi. Ma, nel caos azzurro la sua rinuncia per mantenere fede al nuovo incarico nella Roma, è la riaffermazione di valori sempre più desueti e, per questo, sempre più preziosi
Xavier Jacobelli
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La rinuncia di Ranieri ad allenare la Nazionale è stata dolorosa poiché ogni allenatore italiano (e anche non italiano, ad onta di questi chiari di luna) in cuor suo si presume desideri guidare la massima rappresentativa già quattro volte campione del mondo, due volte campione d'Europa, una volta campione olimpica. Di certo, Sir Claudio è fra questi e, a 73 anni, la soddisfazione deve essere stata doppia quando è arrivata la telefonata di Gravina per Mister Thinkerman, come lo chiamavano in Inghilterra, ai tempi del Chelsea. Thinkerman: letteralmente, secondo il dizionario Collins, 'a sports manager or coach who continually experiments by changing the personnel or formation of a team from game to game', cioè un manager o un allenatore sportivo che sperimenta continuamente cambiando l'organico o la formazione di una squadra di partita in partita. Tradotto in soldoni, il Signor Aggiustatore, qualifica ampiamente meritata sul campo da Ranieri nell'arco della luminosa carriera conclusa il 25 maggio, portando la Roma a un punto dalla qualificazione alla Champions League, lui che sei mesi prima l'aveva ritrovata soprastante la zona retrocessione. La Roma della quale, dal primo luglio, Sir Claudio diventerà ufficialmente senior advisor ,cioè consigliere dei Friedkin, sebbene in realtà l'uomo della leggenda Leicester,abbia cominciato a operare il giorno dopo la conclusione del campionato, come dimostra l'operazione Gasperini che reca il suo sigillo. Così, si comprende perfettamente il valore delle parole spese per motivare la rinuncia a prendere il posto di Spalletti: "Ringrazio il presidente Gravina per l'opportunità, un grande onore, ma ho riflettuto e ho deciso di restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale. I Friedkin mi hanno dato il loro pieno supporto e appoggio a qualunque decisione avessi preso riguardo la Nazionale, ma la decisione è stata solo mia". La coerenza e la capacità di mantenere fede agli impegni presi ,sono valori desueti in un calcio dove i contratti firmati spesso si rivelano carta straccia e si professano scelte Iban spacciate per scelte di vita. Ranieri no. Ranieri aveva dato la sua parola alla Roma che, anche nella nuova veste, il suo impegno sarebbe stato totale e contro questo muro Gravina è andato a sbattere. In fondo, a proposito del Giallorosso, vale ciò che dice l'immortale Shakespeare nell'Amleto: “Sii sempre, e resta, fedele a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai sleale con nessuno",