L'impressione è che l'orchestrina del TItanic continui a suonare mentre chi è al timone non s'accorge di quanto l'iceberg sia sempre più vicino. Esonerato Spalletti, spiazzato dal no di Ranieri, Gabriele Gravina sta cercando un nuovo commissario tecnico, ostaggio di una situazione senza precedenti nei 127 anni di storia Figc. È presumibile che il padre fondatore, l'ingegner Mario Vicary, si stia rivoltando nella tomba. "Al di là dei nomi, vogliamo capire se c'è un progetto nuovo", ha avvertito Gravina, a margine della firma del protocollo siglato tra Federcalcio e Guardia di Finanza. Sommessa, reiterata preghiera al capo del calcio italiano rieletto il 3 febbraio scorso dal 98,7% di tutte le componenti del sistema, ma ora silenti e assenti, lasciandolo solo in balia della bufera. Per favore, presidente, abolisca il sostantivo progetto dal vocabolario della Nazionale. Lo rimpiazzi con il termine emergenza, condizione che richiede azioni urgenti ed eccezionali per essere riportata alla normalità. E quale emergenza è più grave dell'Italia 4 volte campione del mondo, 2 volte campione europea e una volta campione olimpica, ma dopo due sole partite già a forte rischio della terza eliminazione consecutiva nella corsa al mondiale? Ergo, basta parlare di progetto e basta parole. Urge un ct e subito. Quanto a Spalletti, "vittima e destinatario di attacchi", in tutta questa vicenda, eufemisticamente a metà fra ll grottesco e il surreale, sinora è stato l'unico a uscirne con dignità pari all'onestà intellettuale che l'ha indotto ad assumersi tutte le responsabilità Pur sapendo, come lo sa il mondo, che in realtà non sono tutte sue. Vero, azzurri?
Corriere dello Sport
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