Avanza Gattuso, l’indiscrezione di un altro contatto diretto o un incontro con Gravina sposta poco. Il presidente ieri pomeriggio (dalle 18,30 alle 21) ha convocato un vertice informale in via Allegri. Alcune componenti riunite per affrontare la crisi azzurra e sviluppare altri argomenti di natura politico-sportiva. Subito dopo era a cena con i suoi più vicini sostenitori. Mancava Marotta. Sono giorni di riflessioni e di preparazione alla svolta. Partiamo dagli sviluppi: Ringhio si trova a un passo dal soglio di Coverciano, sembra una scelta compiuta, restano da definire staff e dettagli, ma è in largo vantaggio su una concorrenza inesistente. La Figc in queste ore sta parlando solo con Gattuso. Il tempo serve per metabolizzare e non trascurare l’eventuale Piano B: per questo motivo o solo per strategia, Gravina ha rinviato la fumata bianca alla prossima settimana. Non può permettersi di sbagliare, sta provando a legare il Mondiale 2026 a un progetto di riforma del calcio azzurro.
Scenari
I colloqui proseguono. L’incontro è stato giudicato positivo. Gattuso è pronto, porterebbe entusiasmo e motivazioni. Ha la personalità per inchiodare i giocatori a Coverciano, evitando fughe e disaffezione. La scelta è stata caldeggiata da Buffon subito dopo l’esonero di Spalletti (non ancora formalizzato attraverso risoluzione contrattuale) e il no di Ranieri. La candidatura di Roberto Mancini, pentito delle dimissioni di due anni fa, non è stata presa in considerazione, anche se si tratta dell’unico top sul mercato e ritroverebbe una squadra in cui figurano Frattesi, Tonali, Buongiorno, Ricci, tanto per citare i giovani lanciati dopo il fallimento con la Macedonia. Mourinho, legato sino al 2026 con il Fenerbahce, costa un’esagerazione. Operazione complessa, difficile, da non scartare. Tra gli stranieri l’unico altro profilo dignitoso sarebbe quello di Rafa Benitez. Altre candidature fanno sorridere solo a leggerle. La Figc cerca un allenatore pragmatico, risoluto, in grado di entrare in fretta nel mood azzurro.
Ringhio team
Gravina riconosce Gattuso come l’uomo della scossa, ma sta provando a dare forza e contenuti a un’investitura oggettivamente non così forte. Bonucci, in Under 20 con Corradi negli ultimi mesi, e Barzagli, già inserito due anni fa nello staff saltato per le dimissioni di Mancini, affiancherebbero Gigi Riccio, lo storico vice di Ringhio. Uno staff di azzurri per l’azzurro. Sarebbe l’unità di crisi invocata da Gravina per superare l’emergenza. La missione: vincere sei partite di fila nel girone di qualificazione, tentare la rimonta sulla Norvegia e prepararsi al probabile playoff, il terzo di fila per la Nazionale. Servirà qualche altro giorno per una definizione totale degli accordi.
Prandelli supervisore
In via Allegri meditano l’annuncio nei primi giorni della prossima settimana. Vedremo se Gravina, in modo contestuale, riuscirà anche a definire un progetto a cui pensa da diversi mesi. La riunificazione del Club Italia, del Settore Tecnico (il ruolo di presidente è vacante dopo le dimissioni di Demetrio Albertini) e del Settore Giovanile e Scolastico (presidente Tisci). Ha individuato in Cesare Prandelli la figura di possibile supervisore o coordinatore da intersecare con altri ruoli. Viscidi era e resterà il coordinatore delle giovanili nel Club Italia. L’obiettivo di Gravina: dare un indirizzo unico all’attività di Coverciano in materia di formazione e di tecnica. Un discorso totalmente slegato rispetto alla Nazionale. Ci sono stati dei colloqui esplorativi con l’ex ct dell’Italia, ma tutto deve essere ancora definito e il piano va declinato nel modo giusto. Negli ultimi giorni, pieni di fibrillazione, si sono accavallati slogan fumosi. Tante volte, analoghi ragionamenti, sono rimasti sulla carta. Bisognerebbe ragionare e dire le cose come stanno a proposito dei rapporti con la Serie A. Il blocco Inter, tanto per essere chiari, ha condizionato il lavoro di Spalletti all’Europeo in Germania e rovinato l’avvicinamento alla Norvegia, complice la finale di Champions. In due (non solo Acerbi) non volevano andare. Gravina era molto preoccupato già a metà maggio per le convocazioni. Ha pagato Lucio. Doveva essere se stesso, come aveva provato a spiegare nella notte di Oslo, annunciando scelte drastiche per il futuro. Il giorno dopo è stato esonerato.