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L'Italia non sarà solo Gattuso: tutti i nomi di peso voluti da Gravina

In Figc ultime valutazioni sul possibile ruolo di Bonucci e Barzagli nello staff del ct, mentre Zambrotta e Perrotta potrebbero affiancare il supervisore Prandelli

ROMA - Le suggestioni sono finite. Ringhio azzurro. Gravina ha deciso. Tra lunedì e martedì è atteso l’annuncio del nuovo commissario tecnico. Gattuso prenderà il posto di Spalletti, esonerato (sotto forma di risoluzione consensuale) dopo il crollo in Norvegia. Manca solo la firma. Contratto annuale, perché neppure in Via Allegri possono alzare lo sguardo oltre il Mondiale 2026: fallirlo per la terza volta di fila significherebbe riaprire una crisi federale nonostante la rielezione plebiscitaria di inizio febbraio. Mancano i cosiddetti dettagli. Le ultime valutazioni riguardano Leonardo Bonucci (sicuro) e Andrea Barzagli (un po’ meno) per dare un tocco di azzurro in più allo staff di Rino, che lo ha seguito nelle ultime tappe (tormentate) della carriera con l’Hajduk Spalato, il Marsiglia e il Valencia. Bisogna assegnare ruoli e mansioni. Gigi Riccio è lo storico vice di Gattuso. Bruno Dominici e Dino Tenderini i suoi preparatori atletici. Roberto Perrone si occupa dei portieri. Marco Sangermani è il match analyst. La Figc punta a confermare Renato Baldi e Marco Mannucci, match analyst di Coverciano che già lavoravano con Spalletti, e aggiungerebbe Cristiano Lupatelli come preparatore dei portieri.

Italia, c'è Gattuso per la scossa

Dopo l’esonero di Spalletti e il no di Ranieri, Gattuso non ha trovato concorrenza. La candidatura di Mancini non è stata presa in considerazione da Gravina dopo il divorzio del 2023. Dura, quasi impossibile, strappare in tempi brevissimi Mourinho al Fenerbahce. Allegri (Milan), Ancelotti (Brasile) e Simone Inzaghi (Al Hilal) si erano già piazzati. Così è nata l’idea dei campioni del mondo 2006, ma Cannavaro e De Rossi non si sono mai avvicinati. Buffon ha caldeggiato e spinto fortemente per Gattuso. Gravina invoca la scossa. Il tema del senso di appartenenza e dell’attaccamento alla maglia azzurra resta d’attualità. Rino ha più esperienza (ex Milan e Napoli) e possiede la personalità per attaccare al muro, se necessario, i giocatori. Empatia, motivazioni, concretezza. Quello che serve alla Nazionale per un’impresa oggi complicatissima. La missione prevede sei vittorie di fila (segnando tanti gol) per provare a rimontare la Norvegia e chiudere al primo posto il girone, in alternativa creare le premesse per i playoff nel marzo 2026. Le premesse e le condizioni oggettivamente proibitive che hanno accompagnato Spalletti al patibolo di Oslo dovrebbero far riflettere e arrossire presidenti e dirigenti di Serie A. La Nazionale si è consegnata al 3-5-2 di Barella, Dimarco e il mancato Acerbi con evidenti danni all’Europeo in Germania e all’approccio delle qualificazioni mondiali. Inconcepibile.

Il ruolo pensato da Gravina per Prandelli

Dentro lo stato di crisi, Gravina infilerà una riforma a cui pensa da mesi e annunciata nel programma elettorale di inizio febbraio. Un nuovo organo di collegamento tra Club Italia, Settore Tecnico (Albertini dimesso), Settore Giovanile e Scolastico (Tisci in scadenza) per dare un indirizzo al calcio italiano e alla formazione dei giovani. Ieri il presidente federale ha parlato di nuovo con Cesare Prandelli, attratto dall’idea di tornare a Coverciano come coordinatore o responsabile tecnico della nuova area di lavoro in cui dovrebbero entrare gli azzurri Zambrotta e Perrotta. Si interfaccerebbe con i vivai di Serie A e con Viscidi, coordinatore delle giovanili azzurre. Precisazione: non sarebbe il direttore tecnico di Gattuso, il cui riferimento principale resta Buffon. Discorso diverso sarebbe stato varare una coppia in panchina come Bernardini e Bearzot (allenatore di estrazione federale) per superare la crisi generata dal Mondiale 1974. Altri tempi.

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