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Gattuso, operazione legend

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Non so se - come dice Buffon - Gattuso sia la miglior scelta possibile. E mi sfugge il motivo per cui il presidente Gravina abbia parlato di “progetto”, prima che del candidato, quando l’unico progetto possibile resta l’approdo ai Mondiali: non ne individuo altri perché non ci sono.

Per l’amore che nutro per la Nazionale posso solo augurarmi che Rino ci porti finalmente là dove manchiamo dal 2014, sfruttando al meglio la linearità delle sue scelte e le qualità temperamentali che l’hanno reso “Ringhio”.  

Non potrà disporre, proprio come Spalletti, di materiale di primo livello - il nostro unico fuoriclasse è Donnarumma che si accompagna ad altri cinque o sei ottimi giocatori, Barella, Bastoni, Dimarco, Tonali, Calafiori e Chiesa -, ma non è che la concorrenza presenti chissà chi e chissà cosa. Spagna, Argentina, Francia e Portogallo le sole decisamente superiori. 

I nostri problemi e limiti li conosciamo bene. Nel 2006, quando le attuali legend vinsero in Germania, i club di A avevano utilizzato complessivamente 572 calciatori: 405 italiani (71%) e 167 stranieri. Una proporzione che ha iniziato a modificarsi con una rapidità impressionante: del 2015 è il testamento di Tavecchio che introdusse per le rose il “tetto dei 25”; a quel tempo il 59,94% era straniero. Nel 2020/21 la quota strangers salì al 65,36%, nel 2022/23 al 67,21% e nell’ultimo campionato ha toccato il 68,47% . 

Se non si interverrà sul “tetto alle rose”, quel 70% diventerà 75 e poi 80. Poiché si considera formato in Italia o nel club, indipendentemente dalla nazionalità, qualsiasi giovane che risulti tesserato per 3 anni dai 15 ai 21, immaginate con il combinato tra trasferimenti internazionali, procure e plusvalenze quanto potrà incidere in futuro un selezionatore della Nazionale. 

Diceva Confucio: “Se il tuo piano è per un anno, pianta il riso. Se il tuo piano è per 10 anni, pianta gli alberi. Se il tuo piano è per 100 anni, educa i bambini”. Noi abbiamo un piano per otto mesi e pochissimo riso da piantare. 

L’ispiratore della scelta Gattuso e derivati, Gigi Buffon, si è assunto una grossa responsabilità, così come ha fatto il neo ct, sulle cui spalle poggiano i destini della Federcalcio: la mancata qualificazione porterebbe inevitabilmente all’azzeramento di tutte le cariche federali e addio che t’amavo.  

A Gattuso e al nostro calcio dobbiamo perciò tornare a voler bene: le rivoluzioni culturali e gli investimenti sui vivai, gli allenatori per i giovani, la separazione dei ruoli, l’impiego dei ragazzi più talentuosi e presidenti di club più competenti e strutturati possono attendere. Abbiamo altre priorità e poco tempo da perdere in cose fatte bene

PS 1. Per questa Operazione Legend sono stati chiamati tanti campioni del 2006, nessuno ha però pensato di fare una telefonata a chi in quell’occasione vinse il Pallone d’oro, uno che da qualche tempo s’è messo a fare (bene) l’allenatore. Una Under non si nega a nessuno: non sarà che Cannavaro fa paura? E, se sì, a chi e perché?  

PS 2. Vergognosa la shitstorm su Riccardo Montolivo, reo di aver detto pubblicamente la sua su Rino: il giudizio era strettamente personale e evidentemente non confutabile. L’offesa all’autore è la meno civile e la più schifosa delle reazioni.  

Ne sanno qualcosa le campionesse e i campioni riempiti di insulti per avere espresso in passato un’opinione su altri sportivi sgradita ai frequentatori di Instagram e X e ai censori in servizio permanente effettivo. 

«La libertà di parola dev’essere totale» come spiega Dacia Maraini, «purché ci si metta sempre la faccia». 

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