Perin tra i pali, Kelly e Rugani in difesa, Douglas Luiz a centrocampo, Kostic sulla fascia e il tridente Mbangula, Vlahovic e Milik davanti. La Juve ha individuato quasi un’intera formazione da cedere per finanziare il suo sogno di mezza estate e puntellare nell’occasione pure gli altri reparti. Al centro dei pensieri bianconeri c’è, ovviamente e incessantemente, il vichingo Viktor Gyökeres, portentoso centravanti svedese da 97 gol in due anni, 54 solo nel 2024-25. È lui l’uomo che potrebbe risolvere i problemi offensivi della squadra di Tudor e che consentirebbe alla nuova dirigenza bianconera di spedire un messaggio calcisticamente belligerante al resto del pianeta: la Juve torna a fare sul serio. Questi otto nomi sono potenzialmente tutti in uscita: vengono perlopiù considerati “di troppo” in una rosa da 25-26 elementi, funzionale al 3-4-2-1 del tecnico croato. In qualsiasi caso, non verranno epurati: oggi si trovano con la Juventus negli Stati Uniti per il Mondiale e Comolli non commetterà l’errore fatto dodici mesi fa, quando i tesserati in uscita vennero accompagnati alla porta tramite scelte nette, come quella di farli allenare su campi e in orari diversi da quelli della prima squadra per far capire loro che i giorni alla Continassa si stavano esaurendo. Se è vero che spesso il fine giustifica i mezzi, va sottolineato come i metodi utilizzati dalla coppia Giuntoli-Motta abbiano funzionato almeno da un punto di vista finanziario: grazie alle maniere forti, la società ha tagliato gli ingaggi pesanti di Szczesny, Chiesa, Arthur, De Sciglio e Djaló, finanziando in parte il mercato in entrata.
Juve, il piano per arrivare al sogno Gyokeres
Potrebbe avvenire lo stesso nelle prossime settimane, stavolta senza strappi. È una tela complessa, eppure vale la pena tesserla perché permetterebbe di arrivare senza troppo sforzi a Gyökeres, per il quale lo Sporting chiede 80 milioni pagabili anche nella formula 70 più altri dieci di bonus. E se il colpo dei colpi fosse autofinanziabile? La Signora punta infatti a incassare almeno 60 milioni di euro con i cartellini di Vlahovic e Douglas Luiz, il primo con il contratto in scadenza nel 2026 e il secondo praticamente mai utilizzato da Tudor eppure pagato 50 milioni un anno fa; altri 15 possono arrivare per Kelly, che suo malgrado rischia di pagare il peso dei 20 spesi per acquistarlo in un mercato di gennaio povero di soddisfazioni. Tra 15 e 20 è valutato anche Mbangula, il NextGen lanciato da Motta e lentamente sparito dai radar, che ha diversi estimatori in A e in Liga. Altre risorse possono giungere dalle partenze di Milik (0 presenze nel 2024-25), di Perin (il Como è interessato) e dei cavalli di ritorno Rugani e Kostic, portati da Tudor al Mondiale per rimpolpare la rosa ma destinati a nuove partenze prima che finisca l’estate. Con tutti questi addii, i bianconeri vorrebbero raggiungere una quota di introiti pari a 100 milioni. In questo modo, sarebbe molto più facile accontentare le richieste del club di Lisbona e anche portare alla Continassa un esterno più utile a Tudor di quelli attualmente in gruppo, come Dodo della Fiorentina. Madame avrebbe poi a disposizione altri 60-70 milioni di euro, cioè il budget originario destinato dalla proprietà all’area sportiva per le trattative di mercato, generato dai premi Champions. Servirà per puntellare la difesa, ma soprattutto per pagare tutte le quote relative alle rate dei calciatori già acquistati dalla Juve ma tramite pagamenti dilazionati nel tempo. Un paio di esempi su tutti: il cartellino di Nico Gonzalez va saldato in tre anni, il costo di quello di Koopmeiners è spalmato su quattro esercizi.
Juve, tutte le alternative in attacco
Con l’assalto a Gyökeres tutte le altre piste per l’attacco sono finite inevitabilmente in secondo piano. A parte Kolo Muani, che viaggia su un binario parallelo: qui la Juve sta lavorando ai fianchi del Psg per ottenere un altro prestito, legato a un diritto di riscatto nel 2026 per 50 milioni di euro. Jonathan David resta una questione apertissima: al canadese sono stati proposti 6 milioni di ingaggio l’anno più un ricco bonus alla firma. Lui ci sta pensando, mentre continua a guardarsi intorno. Gyökeres guadagnerebbe di più rispetto all’ex centravanti del Lilla, circa 7,5 milioni netti, comunque quasi la metà rispetto ai 12 percepiti da Vlahovic. Ecco perché sarebbe proprio la cessione del serbo, al netto di tutte le altre, a spalancare la porta al nove dello Sporting. Osimhen resta sullo sfondo. E un discorso simile vale per Mateo Retegui, sul quale l’Atalanta difficilmente scenderebbe sotto una base d’asta da 40 milioni. Dal caso Koop di un anno fa la Juve ha imparato che la Dea è probabilmente l’interlocutore meno malleabile del panorama europeo perché vende alle proprie condizioni.