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Juve, ci siamo: arriva la svolta per David. La mossa di Comolli che può sbloccare tutto

Il club bianconero accelera i tempi per ingaggiare l'ex centravanti del Lille: affare complessivo da 50 milioni

TORINO - Goodbye Philadelphia. Damien Comolli sta attraversando l’Oceano per chiudere l’affare Jonathan David, o quanto meno per tentare di indirizzarlo in modo definitivo. Il nuovo dg della Juve ha salutato momentaneamente la squadra dopo la vittoria contro il Wydad Casablanca e si è imbarcato in direzione Torino: spera di ritornare negli Usa con il “sì” del canadese in valigia e di potersi godere la partita contro il Manchester City di giovedì al Camping World Stadium di Orlando con la serenità di chi, comunque vada a fine questo Mondiale fin qui ricco di ricavi (30,5 milioni) e di soddisfazioni (6 punti, 9 gol fatti), a luglio potrà far sorridere i propri tifosi con un colpo sensazionale in attacco. Tra oggi e domani dovrebbe infatti essere in programma un incontro con l’entourage del centravanti, che si è svincolato dal Lilla e chiede 7 milioni di stipendio per sé stesso, 12 di commissione per i propri agenti, più un altro ricco bonus alla firma. Sono sicuramente tanti soldi, ma chi tessera David non spenderà soldi per il suo cartellino, oggi valutato almeno 50 milioni. Nella nuova Juventus, che potrebbe avvicinarsi a queste cifre ma sta ovviamente cercando di limarle, David si giocherebbe il posto in attacco con Kolo Muani; anzi, visto che la duttilità è una caratteristica che appartiene a entrambi, i due potrebbero anche coesistere. La situazione di Randal sembra indirizzata verso il lieto fine con il rinnovo del prestito legato a un riscatto a condizioni piuttosto facili da far scattare; anche qui, si ragiona sui 50 milioni.

Juve, c’è Vlahovic in uscita

L’incognita resta il destino di Vlahovic, che ha il contratto in scadenza tra dodici mesi. Senza la cessione del serbo, il mercato delle punte rischia di incagliarsi: prima di sferrare assalti, devono uscire quei 23 milioni lordi di ingaggio. È la linea della proprietà, che tramite Elkann nelle ultime ore ha dettato anche altre condizioni per la costruzione della rosa: i big non si vendono. Va da sé che anche in questo mercato non potrà essere smentita la teoria del “ogni cosa ha un giusto prezzo”, eppure è importante sottolineare come la Signora potrà completare delle operazioni senza la necessità di sacrificare qualche stella. Tra introiti legati alla Champions, alla Serie A e al Mondiale, la Juve potrà onorare tutte le rate degli acquisti fatti di un anno fa e contare comunque su un tesoretto da 60-70 milioni, al quale aggiungere il bottino generato dall’addio di Vlahovic, tra ingaggio e cartellino. Tudor potrà quindi lavorare con un’ossatura solida. A partire dalla difesa, dove Gatti sarebbe stato indicato come uno dei totem: alla Juve sembrano disponibili a garantire a Federico un adeguamento, anche se il suo rinnovo è stato congelato. La scadenza contrattuale al 2028 resta una garanzia soprattutto per il club; il ragazzo sa di essere il giocatore nel reparto che guadagna meno (1,5 milioni netti) e spinge per un accordo al rialzo. A centrocampo gli intoccabili si chiamano Thuram e Locatelli. Il capitano ha smaltito i postumi dell’infortunio che lo aveva costretto a saltare gli impegni con la Nazionale e, dopo aver giocato 17 minuti fin qui nel torneo, contro il City tornerà titolare. Anche Cambiaso, finito spesso al centro di voci di mercato, appare destinato a mettere radici: l’esterno, che ha un accordo fino al 2029, è già il jolly del 3-4-2-1 potendo agire sia sulla fascia destra sia su quella sinistra. Dalla trequarti in su, il gioiello più brillante resta Yildiz: lui, pronto a firmare fino al 2030 con ritocco dell’ingaggio a 4 milioni, è già il simbolo del nuovo corso che strizza l’occhio a un passato glorioso: ora come allora, si parla apertamente di scudetto e il talento - dei dieci in particolare - è considerato sacro. Sono le care vecchie abitudini della Signora.

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