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Juve, David dice sì: ingaggio da top player. Cosa manca per chiudere

Comolli accelera sul bomber ex Lilla che sta trascinando la nazionale canadese in Gold Cup: tutto sulla trattativa

Houston, interno notte, camera d’albergo. Jonathan David ha appena trascinato il suo Canada ai quarti di finale della Gold Cup, il trofeo continentale per nazionali del nord-centro America in cui partecipa curiosamente anche l’Arabia Saudita (dicono siano i soldi a muovere il mondo, sarà vero?), e si sta rilassando mentre guarda sul suo smartphone gli highlights di Guadalupa-Guatemala, la partita del gruppo C da cui è uscita la prossima avversaria dei canadesi. A quel punto, dev’essergli arrivato un messaggio di questo tenore dagli agenti: la trattativa con la Juve avanza, resta fiducioso. Il bomber, a dir la verità, non sta più nella pelle: ormai sembra avere solo la Signora nella testa, soprattutto dal momento in cui un’intesa di massima sullo stipendio che andrebbe a percepire pare essere stata raggiunta sulla base di 7 milioni netti a stagione più bonus. Il primo a fargli la corte fu l’ex Giuntoli a novembre, subito dopo la sfida tra Lilla e Juve nella prima fase di Champions. Jonathan si è guardato a lungo intorno, ha ammiccato prima al Barcellona, poi al Real Madrid, dopo all’Arsenal e al Manchester United, fino ad arrivare al Napoli campione d’Italia, squadra per la quale ha speso parole al miele in una recente intervista. David non ha chuso a priori nessuna porta, mettendosi all’ascolto di tutti. Però è tornato al punto d’origine, e cioè a trattare con la prima vera pretendente uscita allo scoperto una volta saputo che non avrebbe rinnovato con il Lilla. La Juve, dal canto suo, non è certamente rimasta ad aspettare un sì: si è informata per Retegui e ha battuto con speranza e ambizione la pista Gyökeres, arrivando alla conclusione che David, 25 gol nell’ultima stagione, 109 reti dal 2020, fosse l’opzione migliore in assoluto nel rapporto qualità-prezzo. 

Juve-David, i dettagli dell'operazione

Dicevamo dell’intesa di massima sullo stipendio. Dunque, cosa manca? L’ok sulla commissione che i suoi agenti, consapevoli di spostare senza esborso per il cartellino un tesoro di centravanti, stanno chiedendo per oliare la trattativa. Sono partiti da 12 milioni, ai quali vanno aggiunti certamente altri soldi per un premio alla firma, ormai un must nei trasferimenti a parametro zero. Complessivamente, tra ingaggio lordo (13 milioni), commissioni (12) e premio (circa 10) si tratterebbe di un’operazione da 35 milioni di euro per la prima stagione. Più altri 50 di emolumenti (sempre lordi) per tutto il quinquennale. Non sono certamente pochi: meglio tirare la corda il più possibile. Così la Juve deve fare bene i conti. Rinnovare l’accordo di Vlahovic per altre 5 stagioni alle cifre attuali, come vorrebbe il serbo, alla società bianconera costerebbe ad esempio circa 115 milioni. Ecco perché Comolli è convinto della bontà dell’affare David e pure che, limando qua e là, tutto sommato convenga voltare pagina e affidare l’attacco a un centravanti-jolly, abile sia a muoversi da solo lungo l’intero fronte offensivo sia a giocare in coppia con un’altra punta, in questo caso Kolo Muani.

David in bianconero: quando si può chiudere

La Juve è quella che si è spinta più avanti per David e, a meno di clamorose sorprese, dovrebbe spuntarla. Il calciatore può essere un alleato perché intende chiudere in fretta. Il timore di finire come Rabiot, che un anno fa si guardò per tanto tempo intorno e poi ad agosto si accontentò del Marsiglia, inizia a serpeggiare nella sua testa, come in quella di altri calciatori svincolati. Il venticinquenne, in qualsiasi caso, vorrebbe potersi concentrare sulla Gold Cup, che da domani entra nella fase più delicata. Ieri si è trasferito con la squadra a Minneapolis, dove domani sera affronterà il Guatemala. L’eventuale semifinale sarà contro Stati Uniti o Costa Rica, a Saint Louis il 2 luglio. La Juve, il giorno prima, sarà impegnata a Miami negli ottavi del Mondiale al cospetto del Real Madrid. Jonathan e la Signora, in questo Paese immenso che è l’America, saranno divisi da 2.000 km, eppure non si saranno mai sentiti più vicini di così. 

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