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Mondiali 2014 Inghilterra, Hodgson: «Balotelli o Immobile? Sono dubbi per Cesare»

Ansa
Roy Hodgson, ct dell'Inghilterra: «Dobbiamo concentrarci non su un giocatore, come Mario, ma sul gioco di squadra dell'avversario»
RIO DE JANEIRO (BRASILE) -"Se preferisco Balotelli o Immobile? È una domanda per Prandelli. Rispetto ogni giocatore della squadra avversari a ma noi affrontiamo chiunque venga schierato. Sono dubbi per Cesare...". Parola di Roy Hodgson, ct dell'Inghilterra, che risponde così a chi prova a coinvolgerlo nei dubbi di formazione degli azzurri. In conferenza stampa, il ct inglese, avversario dell'Italia sabato a Manaus per la prima partita del gruppo D dei mondiali, ha spiegato che l'Inghilterra "deve concentrarsi non su un giocatore, come Mario Balotelli, ma sul gioco di squadra dell'avversario. Altrimenti finiremmo per controllare un giocatore e dare il via libera a Pirlo o a un altro azzurro".

HODGSON SU PIRLO - L'incubo di Roy Hodgson si chiama Andrea Pirlo, è lui la fonte del gioco azzurro e il ct inglese pensa giorno e notte a come fermarlo nell'esordio di Manaus contro l'Italia, sabato prossimo Due anni fa, agli Europei, fu proprio Pirlo l'inesauribile sorgente del gioco azzurro che gli inglesi non riuscirono a bloccare, e fu sempre il regista ad umiliarli, nei rigori finali, con un memorabile "cucchiaio": "Come lo fermeremo stavolta? - ha detto Hodgson ad alcuni siti inglesi - innanzitutto giocheremo meglio rispetto a due anni fa, giocheremo con maggiore energia perché ne avremo di più, poiché sarà la prima partita del torneo. E saremo ancora più compatti rispetto a quella partita". "L'Italia dovrà preoccuparsi di più del nostro attacco - ha continuato il ct - due anni fa non diede una grande prova collettiva, l'Italia tenne troppo la palla e noi ci difendemmo. Bisogna fare in modo che l'Italia si chieda come controllare giocatori quali Steven Gerrard e Wayne Rooney".

LA POLEMICA - A quattro giorni dalla sfida con gli azzurri a Manaus, il ct inglese Roy Hodgson prova a spegnere definitivamente la polemica innescata dalle sue dichiarazioni sulle difficili condizioni ambientali del capoluogo amazzonico. "Per noi Manaus è come un'altra città - ha detto in conferenza stampa al campo di allenamento degli inglesi a Rio de Janeiro - accettiamo ogni sorteggio e ogni squadra che ci tocca come avversario. Questa polemica è chiusa - ha concluso il ct -. Ieri siamo stati accolti qui in modo molto caloroso e questo è quello che conta. In Brasile il calcio è quasi una religione, si sente la passione, la pressione".

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