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Messi squalificato, prove di sconto: «Insulti all'assistente? No, al vento»

AP
La Pulce, nella memoria difensiva presentata dalla Federcalcio argentina, prova a spiegare l'insulto ripreso dalle telecamere

BUENOS AIRES (Argentina) - Costretto a parlare, non con i giornalisti argentini, con cui è ancora arrabbiato per il caso Lavezzi, ma direttamente alla Fifa, per chiedere uno sconto sulla squalifica di quattro giornate per gli insulti al guardalinee brasiliano dopo Argentina-Cile. Lionel Messi, scrive il quotidiano La Nacion, prova così a farsi ridurre la squalifica che gli farebbe saltare quattro dei cinque match che mancano alla fine delle qualificazioni a Russia 2018: "Le mie parole sono state dette al vento - scrive la Pulga -, non intendevo insultare il primo assistente assistente dell'arbitro".

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IL REFERTO - L'arbitro brasiliano Sandro Ricci, nel frattempo, ha presentato una relazione di 16 pagine su quella partita in cui non sono state menzionate le parole di Messi al guardalinee. Nel referto, però, pare che l'arbitro si sia lamentato della connessione internet del Monumental di Buenos Aires, ma non del campo di gioco, definito "buono", mentre da più parti sono arrivate critiche alle condizioni del terreno.

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