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Francia, ora Mbappé si prende la Gioconda

Dai baci di Blanc a Barthez nel 1998 a quelli che ora tutti riservano a Kylian: 'Le Figaro' lo ha definito un “genio” e gli ha dato 9 in pagella, il papà Wilfrid lo racconta su 'France Football'

La sua faccia al posto del ritratto della Gioconda: si sono divertiti gli artisti del web, con l’aiuto del photoshop. Via Monna Lisa e dentro Mbappé, chiedendo perdono a Leonardo e a chi fa la fila davanti al museo del Louvre. Da domenica sera si parla solo di Kylian, nei bistrot parigini fino al lungomare di Doha: è l’argomento virale sui social dopo i suoi due gol alla Polonia, l’hashtag di tendenza su Twitter. Ormai, nell’immaginario collettivo, viene considerato sullo stesso piano di Messi e Cristiano Ronaldo. Le Figaro, uno dei più antichi e prestigiosi giornali, gli ha dato nove in pagella: “le génie”, il genio, la realtà che supera la fantasia. Il sole è Kylian, il nuovo Le Roi, come veniva chiamato Platini. È il campione “florilège”, da antologia, che rappresenta un altro polo di potere del calcio mondiale. Lo slogan? “Liberté, égalité, Mbappé”. È riuscito a distrarre i francesi per qualche ora dalla crisi del governo Macron e dalle polemiche legate al costo del carburante e delle bollette della luce: esiste il rischio, come si legge in una circolare inviata ai prefetti, che a gennaio possano scattare una serie di blackout in alcuni dipartimenti. Kylian è il rifugio dai pensieri scuri. Amato e celebrato: sua la maglia più venduta negli store.

L’Equipe gli ha dedicato la copertina: “God save notre King”. Un misto di inglese e francese, in vista della sfida nei quarti con Kane e Bellingham, in programma sabato. Ha scelto un aggettivo per descriverlo: “etincelant”, scintillante. Senza limiti anche Le Parisien: “Debut d’ivresse”. Tradotto: iniziamo a ubriacarci. La Francia ha capito che può vincere il terzo mondiale della sua storia. Il primo era arrivato nel 1998, a Saint Denis, contro il Brasile, scosso alla vigilia dal malore accusato in ritiro da Ronaldo. Quella nazionale era guidata da Aimé Jacquet, che oggi ha ottantuno anni e racconta nelle biografie la sua scalata, da garzone nella macelleria di famiglia a Sail-sous-Couzan fino al ruolo di ct con Blanc, Thuram, Desailly, Deschamps, Petit, Vieira, Karembeu e Zidane, autore di una doppietta nella finale. Quella Francia aveva un rito: prima di ogni partita il capitano Blanc baciava sulla fronte il portiere Barthez. Adesso i baci sono tutti per Mbappé, 221 gol con il Paris Saint Germain e il Monaco, 33 in nazionale. Dopo Meazza e Pelé può confermarsi campione del mondo. Mentre Deschamps ha un’occasione: conquistare per la seconda volta da ct il trofeo più ambito, a distanza di ottantaquattro anni dalla doppia impresa di Vittorio Pozzo nel 1934 e nel 1938. Diversa la storia del Brasile, che fece il bis nel 1958 e nel 1962 con due selezionatori: Vicente Feola, antenati di Castellabate, e Aymoré Moreira

Ogni ragionamento dei Bleus ruota intorno a Kylian. France Football sta raccontando a puntate la storia della famiglia Mbappé. Ha realizzato una lunga intervista a Wilfrid, il papà dell’asso di Bondy. La mamma Fayza giocava a pallamano. Genitori originari del Camerun e dell’Algeria. «Sono arrivato in Francia quando avevo un anno, abitavamo ad Aubervilliers - ha detto Wilfrid, ciquantadue anni - Mio padre era ragioniere, mia madre era impiegata dirigenziale. Ricordo di averla vista lottare, di averla vista partire molto presto la mattina e tornare a tarda notte. Senza lavatrice, puliva i panni nella vasca del bagno». Wilfrid è stato il direttore generale del Bondy, dove Kylian ha regalato i primi dribbling allo stadio Léo-Lagrange: il suo allenatore era Sebastien Rohat. È il grande rimpianto del Real Madrid: il presidente Florentino Perez pensava di averlo convinto a firmare, poi il 21 maggio Kylian ha rinnovato il contratto con il Psg fino al 2025. Il giornale Marca, ieri, ha titolato in prima con un gioco di parole: “Mbalado”, un pieno di Mbappé

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