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Cuore e idee, una Roma da applausi

AS Roma via Getty Images
L'opinione del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio dopo la vittoria dei giallorossi sulla Juventus

ROMA - Nella domenica più difficile, la Roma ha risposto come solo un’ottima-grande squadra (di cui abbiamo sempre parlato) può fare, celebrando il suo capolavoro tecnico. Alla Juve, che non perdeva esattamente da quattro mesi, dal 15 gennaio in casa della Fiorentina, bastava infatti un pareggio per conquistare lo scudetto nello stadio rivale. Una Juve capace di andare addirittura in vantaggio nel cuore del primo tempo, con un’azione bellissima: Sturaro in veste di regista, Higuain in veste di rifinitore e Lemina di realizzatore. Una confusione di ruoli, che poteva però indirizzare la partita e il campionato. Invece la Roma è stata bravissima a rispettare l’immediato - e convincente - suggerimento di Spalletti, che indicava di metterci la testa. E così è stato: i giallorossi hanno prima pareggiato con De Rossi, poi si sono presi meritatamente tre punti con le prodezze di El Shaarawy e Nainggolan. Un successo convincente, costruito non solo con il cuore, come si usa dire in certi casi. Spalletti ha infatti preparato e condotto alla grande la sfida, piazzando Rüdiger sulla corsia di Mandzukic, lasciando a De Rossi il compito di proteggere i due centrali e chiamando di conseguenza Paredes al compito di fare da diga quindici metri più avanti. Allegri ha chiesto molto a Sturaro, finendo però per pagare l’aggressività sulle fasce dei due esterni difensivi che hanno tenuto Lichtsteiner e Asamoah troppo lontano dalla zona propositiva. 

La sconfitta brucia sicuramente alla Juve, che però ha sempre la possibilità di chiudere il conto con una vittoria sul sorprendente Crotone o sul Bologna. Se l’avessero detto ad Allegri - aggiungendo che nel frattempo avrebbe conquistato anche due finali - quasi sicuramente avrebbe messo la firma. Però l’impresa romanista è di grandissimo spessore, perché la Roma ha i meriti fenomenali di aver impedito all’avversario di festeggiare nel suo stadio, di essersi ripresa un secondo posto fondamentale e di essersi tolta la soddisfazione di tenere il campionato aperto fino a due giornate dalla fine. Una notte magica, ma - come detto - anche la conferma che questa è una squadra di grandissimi valori. Spalletti ha così respinto l’assalto di Sarri, che ha stravinto a Torino, giocando il solito calcio armonico ed esaltando ancora una volta il suo favoloso trio d’attacco. Non c’è dubbio che - oltre al presente - possa lanciarsi verso un futuro ad altissimi livelli, con i suoi tanti giovani di valore. Il Napoli è lì e può guardare alle finali di Champions e Coppa Italia senza troppi rimorsi, perché a sbarrargli la strada sono stati il Real Madrid - in Europa - e la Juve nella manifestazione di casa. Ci sono pochi spazi per i rimpianti, molto più forte la sensazione di una squadra a cui manca davvero poco per essere vincente.

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