"Quegli insulti li avevo già ricevuti via internet - ha spiegato la signora in collegamento da Napoli - mi erano familiari", ha aggiunto la signora Leardi aggiungendo che la cosa che più le ha fatto male è stato leggere la parola 'lucro'. "E' una parola che non conosciamo - ha spiegato la mamma di Ciro Esposito -, noi siamo persone semplici che con grandi sacrifici abbiamo tirato sù i nostri figli. Poi però mi sono rafforzata, ho pensato che quelle persone non vogliono che io vada avanti, ma io vado avanti lo stesso". La signora Leardi ha ribadito che i proventi del libro "andranno all'associazione "Ciro vive", che si muove già in tutto il mondo portando parole di serenità e di pace. Certamente i proventi saranno devoluti a vari ospedali e vari progetti".
RESPONSABILI - «Mi auguro possano individuare le persone che hanno esposto lo striscione. Ai tifosi, anche romanisti, che mi contattano e sostengono, dico che andrò avanti per avere un calcio pulito e leale: sono serena nonostante il dolore», aveva precedentemente detto la madre di Ciro Esposito, intervistata da Rainews24, a commento degli striscioni esposti allo stadio Olimpico. «Ho pianto, mi si è stretto il cuore. Non devo giustificarmi, perché il libro è un messaggio d'amore che dovrebbero leggere tutti, tutti i tifosi, magari può cambiare il loro cuore. C'è da pregare per loro: non sanno cosa vuole dire perdere un figlio, è un dolore fortissimo», così ha chiuso Antonella Leardi.