ROMA - Ha indossato solo sporadicamente la fascia di capitano ma da qualche ora è stato virtualmente eletto capopopolo. Radja Nainggolan è tornato al centro del mondo Roma, e non solo per le (ottime) performance sul campo. A dirla tutta, non serviva un video che ne testimoniasse l’orgogliosa appartenenza alla comunità per accertarlo, perché il popolo romanista aveva già apprezzato la presa di distanza dalla filosofia di Pjanic e il conseguente «Mai alla Juve» pronunciato diverse volte. Però le sue parole decise e nette contro i rivali acclarati («Odio da quando sono nato, perché vince sempre con un rigore, una punizione...») e la sua sicurezza nel catalogare la Lazio («Ve lo dico io, vinceremo tutti e due i derby di Coppa Italia»), svelate dal sito del Corriere dello Sport-Stadio, hanno rafforzato la sua immagine di leader muscolare del gruppo, molto disponibile con la gente comune e poco incline ai compromessi. Nainggolan ha involontariamente (?) incarnato in quel video i pensieri espliciti di buona parte della tifoseria, che si proclama stufa degli «aiuti» che agevolerebbero i successi della Juventus. Da qui la levata di scudi, anche di alcuni comunicatori-tifosi che pontificano nel complesso etere romano, per proteggerne la figura dalle possibili critiche mediatiche.
SILENZIO - Ma con quale stato d’animo Nainggolan ha affrontato il day after? Con nonchalance, almeno in apparenza. (...)
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NAINGGOLAN CONTRO LA JUVENTUS; «SONO VENUTO A ROMA PER BATTERLA, PERCHE'...»