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Serie A, 11 metri di terrore: sbagliato un rigore su 3

LaPresse
Le porte non sono cambiate i portieri hanno una taglia in più ma è il calcio totale a non avere più segreti

EL GATO E IL KARMA - Oggi siamo ai minimi storici. Abbiamo una media di errore (30%), che è la più alta degli ultimi anni. Sarebbe miope considerare il rigore un azzardo. O la va o la spacca. Mica vero. Per segnare ci vuole abilità, sangue freddo, piede educato. Poca ispirazione, molta sudorazione. E’ una guerra psicologica tra due eserciti composti da un solo soldato, a undici metri di distanza. Vale qui la pena riportare un passo de «Il rigore più lungo del mondo», di Osvaldo Soriano, forse il più grande narratore di calcio in prosa. «(...) El Gato Diaz rimase tutta la sera senza parlare, gettando all’indietro i capelli bianchi e duri finché, dopo mangiato, si infilò lo stuzzicadenti in bocca e disse: «Constante li tira a destra». «Sempre», disse il presidente della squadra. «Ma lui sa che io so». «Allora siamo fregati». «Sì, ma io so che lui sa». «Allora buttati subito a sinistra!», disse uno di quelli che erano seduti a tavola. «No, lui sa che io so che lui sa», disse El Gato Diaz, e si alzò per andare a dormire». Buonanotte ai tiratori, dunque. Vale la pena tenere a mente il segreto per calciare bene i rigori: karma e gesso (quello del dischetto).

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